Comune di Macerata


Sei in:  Home Page , Come fare , Informadonna , Violenza sulle donne
Ultimo Aggiornamento: 13/01/10
Logo
 
 
 
 
Numero verde contro la Violenza di genere
 
Numero verde contro la tratta degli esseri umani
 
Numero verde contro le discriminazioni razziali
 
Numero Verde contro le MGF
 
 
 
 
Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la violenza contro le donne come " l'uso intenzionale della forza fisica o del potere, o della minaccia di tale uso, rivolto contro se stessi, contro un'altra persona...che produca o sia molto probabile che possa produrre lesioni fisiche, morte, danni psicologici, danni allo sviluppo, privazioni ". La raccomandazione del Consiglio d'Europa n. 1582 del 27 settembre 2002 e del Comitato Economico del 22 febbraio 2006, hanno invitato gli Stati membri ad adottare misure per la tutela della salute e la sicurezza delle donne. Hanno ribadito il carattere diffuso della violenza domestica contro le donne, che ne subiscono conseguenze a tutti i livelli: casa, salute, comportamento, relazioni sociali, educazione, libertà di vivere la propria vita. Questo fenomeno endemico riguarda tutti i Paesi europei ed è presente in tutte le categorie e classi sociali. La violenza domestica può manifestarsi in diverse forme quali l'aggressione fisica, l'abuso, la violenza sessuale, le minacce e l'intimidazione. L'Assemblea ha considerato gli atti di violenza domestica come atti criminali e ha invitato gli stati membri ad assumersi l'obbligo di prevenire, istruire e punire gli atti di violenza domestica, offrendo in tal modo una protezione alle vittime. Sono stati sollecitati i governi a mettere in atto politiche efficaci di sensibilizzazione e campagne di informazione per porre la popolazione nella condizione di conoscere ed essere educata sul tema. Per contrastare la violenza generando al contempo un cambiamento culturale e sociale, sono necessarie azioni sinergiche: sensibilizzare e informare, promuovere attività di educazione, di prevenzione e di cura, attivare rapporti fecondi di collaborazione tra le strutture sul territorio.
 
 
 
 
 
 
 
 

Alcuni dati sul fenomeno

Nel documento " Verso un piano di azioni per la promozione e la tutela della salute delle donne e dei bambini (396 KB) " presentato l'8 marzo 2007 a Napoli, è scritto: La violenza sessuale e domestica è un fenomeno esteso e sempre più rilevante. In Italia una recente indagine Istat, condotta in seguito a una convenzione con il Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità, dimostra che le donne italiane tra i 16 e i 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita sono stimate in 6.743.000 e, in particolare, circa un milione di donne ha subìto stupri o tentati stupri. Il 14,3% delle donne, che abbiano o abbiano avuto un rapporto di coppia, ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale dal partner. Solo il 7% delle donne che ha subìto violenza da parte di un partner, lo denuncia. Il sommerso continua, quindi, ad essere la norma. Inoltre, e ben più grave, appare il dato che il 33,9% delle donne che subiscono violenza dal partner e il 24% di quelle che l' hanno subita da un non partner, non parla con nessuno delle violenze subite. Nel silenzio si consuma la violenza e dal silenzio continua ad essere avvolta. I danni sulla salute fisica e psichica che la violenza determina sono quindi non prevenibili se non si attivano risorse e soluzioni innovative in grado di spezzare la spirale che incatena in un medesimo destino anche le generazioni future.Dalla ricerca ISTAT si evidenzia che tra i fattori determinanti una maggiore predisposizione a divenire un partner violento, appare maggiormente significativo avere avuto un padre che picchiava la propria madre o che è stato maltrattato dai genitori. Infatti, la quota di violenti con la propria partner è pari al 30% fra coloro che hanno assistito a violenze nella propria famiglia di origine, al 34,8% fra coloro che l'hanno subita dal padre, al 42,4% tra chi l'ha subita dalla madre, mentre è limitata al 6% tra coloro che non hanno subito o assistito a violenze nella famiglia di origine.Studi epidemiologici internazionali hanno dimostrato conseguenze fisiche, psicologiche e sociali della violenza, che oltre ad essere un grave evento traumatico ed un'esperienza intollerabile che annienta il senso di integrità personale, provoca danni di lungo periodo ed è anche fattore eziologico in una serie di patologie rilevanti per la popolazione femminile. Sono stati condotti studi sulle patologie ginecologiche, gastroenterologiche, sui disturbi alimentari, disturbi d'ansia e attacchi di panico. Particolare attenzione è stata data dall'OMS alle patologie mentali e alla depressione.
 
 

Normativa Nazionale

In Italia l'approvazione della Legge n. 66/1996 (31 KB) ha rappresentato una significativa innovazione legislativa in materia di violenza sessuale. Tale legge qualifica la violenza contro le donne come delitto contro la libertà personale , innovando la precedente normativa, che la collocava fra i delitti contro la moralità pubblica ed il buon costume. In particolare, è stata introdotta la definizione di un'unica ipotesi di reato denominato "atti sessuali", includendo così, in tale espressione, anche quei casi in cui non vi è stato un contatto fisico tra vittima e aggressore. La precedente normativa prevedeva, infatti, sia l'ipotesi di violenza carnale, sia l'ipotesi di atti di libidine con applicazione di pene differenti.Nel 2001, viene approvata la Legge n. 154/2001 (39 KB) (39 KB) sull' allontanamento del familiare violento per via civile o penale , che introduce nuove misure volte a contrastare in maniera incisiva i casi di violenza all'interno delle mura domestiche.  L'applicazione della legge ha il duplice scopo di prevenire il pericolo del consumarsi di reati di violenze fisiche e morali in seno alla famiglia e di recuperare i rapporti all'interno della stessa. Nello stesso anno vengono approvate la Legge n. 60 e la Legge n.134/2001 (50 KB) sul patrocinio a spese dello Stato, che offrono alle donne violentate e maltrattate senza mezzi economici , uno strumento fondamentale per difendersi e far valere i loro diritti, in collaborazione con i centri anti violenza e i tribunali. L'impatto sociale della messa in atto di un problema tanto intimo ha permesso l'aumento delle denuncie e la possibilità di trovare soluzioni e strategie di uscita dalla violenza. Per fornire una risposta concreta nella lotta contro la violenza perpetrata soprattutto a danno delle donne viene introdotto - con l'inserimento nel codice penale dell'art. 612-bis (dopo il 612 che definisce la minaccia) tra i delitti contro la libertà morale - il reato di stalking (Legge n. 38 del 23 aprile 2009),  nuovo per il nostro sistema giuridico che all'estero invece trova già applicazione in diverse nazioni: Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda e in Europa, Regno Unito, Germania, Austria, Belgio, Danimarca e Irlanda. Una misura penale importante a tutela di tutte quelle persone, e la cronaca ci dice che sono tante, che spesso si trovano a fare i conti con ossessive invadenze nella propria vita privata, casi che si trasformano spesso in veri e propri atti di violenza.Nei fatti è una misura atta a sanzionare il ripetersi di quel comportamento molesto, ossessivo, persecutorio, che si manifesta con telefonate a tutte le ore, attenzioni ripetute, appostamenti, regali non graditi, biglietti e sms. Una varietà di atti apparentemente innocui ma che spesso degenerano in minacce, pedinamenti, presenza inopportuna fuori dalla palestra, al ristorante e che genera nella vittima uno stato di ansia, paura, timore per la propria incolumità e la costringe, soprattutto, ad alterare le proprie abitudini e scelte di vita.
 
 
Chi umilia una donna non è un uomo

La Regione Marche in tema di violenza

Nel territorio Regionale nell' ultimo periodo si assiste una  tendenza all' aumento della violenza sulle donne, come risulta dalle analisi statistiche regionali. Nelle Marche il fenomeno sulla Violenza registra un aumento dalle 90 vittime del 2004 alle 115 del 2007. La Regione Marche ha quindi approvato la L.R. n.32/2008 (14 KB)  " Interventi contro la violenza sulle donne " organizzando un Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere. Il CO.RE.COM. (Comitato Regionale per le Comunicazioni) ha costituito un team di donne e di esperti per elaborare un messaggio che non enfatizzi la violenza e che abbia un intento educativo. "Diamo voce al rispetto delle donne" è il claim del messaggio elaborato in modo differenziato per radio e Tv.

Puoi consultare il sito Pari opportunità della regione Marche
Puoi scaricare l' opuscolo " Chi umilia una donna non è un uomo (201 KB) "
Puoi vedere la campagna di comunicazione " Diamo voce al rispetto delle donne "
 
 

Rassegna stampa

 
 

Numeri utili

anti-violenza
 
Anti-tratta
 
anti-discriminazioni
 
contro le mgf
 
 
Mgf

Le mutilazioni genitali femminili

Con l'espressione mutilazioni genitali femminili (MGF) si fa riferimento a tutte le forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o ad altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche . Si conoscono vari tipi di mutilazioni genitali femminili con diversi livelli di gravità, di cui la più radicale è comunemente chiamata infibulazione. Una pratica diffusa prevalentemente nell'Africa Subsahariana che l'immigrazione ha fatto conoscere anche in Europa e in Italia. La Legge 9 gennaio 2006, n. 7 (105 KB) , pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 14 del 18 gennaio 2006, recante "Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazioni genitali femminile", prevede all'art. 4 che il Ministero della Salute emani le Linee guida (309 KB)  destinate alle figure professionali sanitarie nonché ad altre figure professionali che operano con le comunità di immigrati provenienti da Paesi dove sono effettuate le pratiche di mutilazione genitale femminile (MGF), per realizzare una attività di prevenzione, assistenza e riabilitazione delle donne e delle bambine già sottoposte a tali pratiche.

Puoi scaricale l' opuscolo "Aidos (Associzione Italiana Donne per lo Sviluppo)
Puoi vedere la campagna di comunicazione " Non condannerò mia figlia "
Puoi vedere il docu-fiction " Il coraggio di Milga "


Links utili

Unicef

Inmp (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà)

Centro di riferiemento per le mutilazioni genitali femminili

Ministero della Salute

Corpi consapevoli


 
 
Tratta esseri umani

La tratta degli esseri umani

La tratta degli esseri umani, che sia per sfruttamento sessuale o per motivi di lavoro, è una violazione dei diritti fondamentali dell'uomo . Dato che colpisce in particolare gruppi vulnerabili come donne e minori, l'Unione europea ha definito la sua azione intorno ad obiettivi che mirano a proteggere questi gruppi e a prevenire e combattere il fenomeno, in particolare rafforzando la cooperazione e il coordinamento tra le autorità di polizia e giudiziarie degli Stati membri. L'Unione ha poi introdotto un quadro di disposizioni comuni per affrontare determinate questioni come l'incriminazione e le sanzioni o le circostanze aggravanti nei casi di tratta degli esseri umani. L'azione dell'Unione che intende così anche proteggere le vittime della tratta si basa su strumenti che stabiliscono obiettivi e priorità ma si integra anche in un quadro più ampio di protezione delle vittime dalla violenza, dal turismo sessuale e dalla pedopornografia.

L' Italia ha così legiferato:

- D.lgs 25 luglio 1998, n. 286, art. 18 (17 KB), ''Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero '', come modificato dalla legge 30 luglio 2002, n. 189 (cosiddetta legge''Bossi-Fini'')

- Legge 11 agosto 2003, n.228, ''Misure contro la tratta di persone '', artt.12 e 13 (16 KB)

- Legge 20 febbraio 1958, n. 75 (22 KB), '' Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui ''

Codice penale:

art. 600 (16 KB) ( Riduzione e mantenimento in schiavitù o in servitù )

art. 601 (15 KB) ( Tratta di persone )

art. 602 (12 KB) ( Acquisto o alienazione di schiavi )

art. 604 (12 KB) ( Fatto commesso all'estero )


Puoi scaricare l' opuscolo informativo (412 KB) " Tratta degli esseri umani " della Commissione Europea.

Puoi scaricare il dossier (2144 KB) " La tratta di esseri umani " realizzato dall' ufficio stampa dell' AICCRE (Associazione Italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d' Europa)

Puoi scaricare la guida pratica (1289 KB) " Tratta di esseri umani: come assistere una vittima "

Per gli organi di informazione: " Linee-guida per il trattamento dell' informazione in tema di tratta degli esseri umani (746 KB) " (Giugno 2007)


Links utili

Associazione " On The Road " Onlus

Enatw (the European Network Against Trafficking in Women for sexual exploitation)

TrattaNO! Un altro punto di vista

Associazione "Fiori di Strada" Onlus

 

Comune di Macerata piazza Libertà, 3 - 62100 Macerata
tel. 0733-2561 fax 0733-256200
e-mail: municipio@comune.macerata.it
e-mail istituzionale (solo per i titolari di PEC): comune.macerata@legalmail.it
P.I. 00093120434 - C.F. 80001650433