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Ultimo Aggiornamento: 29/03/10

Al Lauro Rossi, lo spettacolo Di una specie cattiva

L'attrice Silvia Sassetti
L'attrice Silvia Sassetti in una scena

COMUNICATO STAMPA N.2   lunedì 29 marzo 2010    

OG GETTO : Al Lauro Rossi, lo spettacolo Di una specie cattiva


  Di una specie cattiva,studio per ombre, testimoni, doppi è un poema lirico in scena al Lauro Rossi mercoledì (31 marzo) alle ore 21. La pièce teatrale appartiene al progetto artistico Ricerche in corso- il nuovo contenitore della scena contemporanea, che ha visto la luce al teatro Rebis nel marzo del 2008.

  L'evento, promosso da Amat e Comune di Macerata, in collaborazione con la Regione Marche ed il ministero per i Beni e le Attività culturali, è ispirato all'universo poetico di Sylvia Plath e soprattutto al rapporto squilibrato che la scrittrice americana aveva con la propria vita e con la propria maternità. Il riferimento all'universo umano e simbolico della Plath rappresenta anche un transfert artistico ideale per un'indagine sulle dinamiche dell'ispirazione poetica ed artistica, sulle torture dell'ambizione, sull'inafferrabilità del linguaggio velato e della comunicazione sottile, sulla nostalgia dell'irreparabile. In scena l'attrice Silvia Sassetti, che è una figura e una nudità priva di connotazioni sessuali, un soggetto più che un personaggio, una presenza riflessa dalla parola, ma anche dalla qualità del movimento. A tal proposito, la coreografa Yumiko Yoshioka sceglie di far muovere l'interprete con un ritmo riconducibile al butoh, una danza caratterizzata dall'elastica lentezza del sentimento e dalla "nervosità animale" dell'incubo. La voce dell'attrice non è mai contemporanea all'azione. Spesso le parole sono registrate, altre volte strappate dalla volontà del soggetto tramite una sorta di atomizzazione delle parole pronunciate dal vivo. Tale scomposizione, seguita da rielaborazione, è ottenuta tramite software audio utilizzati dal sound engeiner Stefano Sasso. La scena fluttua in se stessa, racchiusa in uno spazio intimo ed onirico, uno spazio della memoria dove gli oggetti si muovono da soli, sospesi a mezz'aria oppure piovono dal cielo rigettati da altre dimensioni. Su tutto campeggia una lapide lacerata, come se fosse un monile incastonato in un lago di lattice alieno. La scenografia è fatta di installazioni video, dai quadri appesi in disordine che appaiono come una sorta di album di famiglia. Il progetto vuole stimolare l'ospitalità nei teatri di Macerata e l'offerta e il sostegno di realtà locali come il teatro Rebis.

  Hanno collaborato anche Provincia di Macerata (Festival dei teatri 2010), la Casa del teatro di Faenza ( Da cosa nasce cosa) ed il Laboratorio di produzione multimediale dell'Università di Macerata. Il costo del biglietto è di 12 euro (ridotto 7). Per informazioni, rivolgersi alla biglietteria dei teatri di piazza Mazzini (tel. 0733.230735).

 
 
 
 
 

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