"L'oceano nel quale ci muoviamo è un oceano di carta. Tutto viene dalla letteratura".
Marinai, Profeti e Balene è un doppio disco per festeggiare i vent'anni di carriera. Un formato insolito, a metà tra disco e dvd, per questo concept-album che va ascoltato come se si stesse leggendo un libro. Molti sono infatti i richiami alla grande letteratura di viaggio.
Marinai, Profeti e balene è, dunque, un viaggio virtuale - simbolo per eccellenza della sfida lanciata dall'uomo all'infinito - che consente, attraverso un cammino difficile e tormentato, di arrivare alla conoscenza del mondo e di se stessi.
Ma è anche un viaggio reale, quello cioè intrapreso da Capossela e dai suoi musicisti, perché una parte dell'album è stata registrata in esterno, fuori dagli studi, a partire da Ischia, dove Capossela ha fatto issare un pianoforte a picco sul mare al Castello Aragonese, passando per Berlino e Creta, fino a Milano.
Forse non ci troviamo di fronte al Capossela di sempre. Forse c'è qualcosa di più in questo burattinaio che muove le sue marionette e gioca con immagini e parole, distaccandosi dallo stile "tarantolato" di molti suoi lavori precedenti.
Per questo viaggio verso l'ignoto, Capossela attinge a inedite sonorità mediterranee e arcaiche dai contrasti forti, avvalendosi di grandi musicisti. E poi ci sono i cori, mai usati prima ma adesso presenza costante e importante, a sottolineare la dimensione universale del viaggio in cui tutti ci siamo imbarcati.
Una complessa architettura musicale nella quale è centrale anche l'utilizzo di strumenti insoliti come il santur, le onde Martenot, il theremin, le percussioni indonesiane gamelan: emblemi di una ricerca musicale iniziata da Capossela anni fa e sempre portata avanti con determinazione.
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