Macerata 2-15 settembre 2011
Sala Mirionima dell'Accademia di Belle Arti , piazza della Libertà 17
Gli orari
10.00 - 12.30
17.00 - 19.30
Ingresso gratuito
Inaugurazione venerdì 2 settembre ore 17.00
Saranno presenti: Romano Carancini - Sindaco di Macerata; Massimiliano Sport Bianchini - Assessore della Provincia;
Riccardo Paolo Uguccioni - Presidente Ente Olivieri di Pesaro; Gianfranco Boiani - Regista; Massimo (Macio) Giovanelli - Pittore
Durante l'inaugurazione verrà proiettato il film documentario "La Banda Grossi, una storia di briganti all'alba dell'Unità d'Italia" di Gianfranco Boiani.
La Banda Grossi
Nei lunghi inverni innevati, vicino al fuoco del camino, si è tramandata la memoria delle vicende di cui fu protagonista nei primi anni dell'unità nazionale, intorno al 1860, un gruppo di briganti, che venne chiamato già da allora la Banda Grossi dal nome del suo capo Terenzio Grossi.
Le avventure dei briganti sono rappresentate attraverso i quadri naïve dell'artista Massimo (Macio) Giovanelli.
Le leggende, che ancora oggi tengono vivo il mito dei briganti, rivelano il sogno di ribellione e di emancipazione dei contadini, vittime di un'oppressione secolare. Il brigante appare allora, per usare le parole di Giovanni Pascoli, "il re della strada e il re della foresta".
Terenzio Grossi
Terenzio Grossi, che ha dato il nome alla Banda, era nato ad Urbania il 25 settembre 1832. Ribelle e insofferente alla legge, nel 1854 viene condannato per rapina a dodici anni di carcere e rinchiuso nella fortezza di San Leo, da cui evade due anni dopo.
Nel 1859 Terenzio si unisce a Garibaldi in Romagna e nel settembre 1860 è tra gli insorti che ad Urbino e a Fossombrone combattono a fianco dei Piemontesi per l'unità d'Italia.
Dopo l'annessione, Grossi si illude di avere la riconoscenza del nuovo Stato, che invece lo ricerca per l'evasione da San Leo. Così torna alla macchia e diventa capo di una banda di briganti, attorno alla quale si raccoglie il favore del mondo contadino estraneo al nuovo regime.
Dopo due anni di gesta temerarie, rapine e omicidi, la storia della banda si chiude quando la regia prefettura riesce a indurre un brigante, Sante Frontini, a uccidere il suo capo con la promessa di un premio in denaro e di un passaporto per fuggire. Ma la promessa non verrà mantenuta: Sante Frontini è arrestato e, condannato a morte, viene ghigliottinato a Pesaro, fuori Porta Curina, il 24 ottobre 1864.