L'Africa cammina con i piedi delle donne. Eloquente lo slogan della Campagna internazionale presentata questa mattina nell'Aula magna dell'Ateneo maceratese, grazie ad un incontro organizzato dalla delegata alle Pari Opportunità dell'Università degli studi, Ines Corti, e all'assessore ai Diritti umani e Pari opportunità del Comune Federica Curzi. Una tavola rotonda che ha messo in luce il ruolo e la determinazione delle donne africane.
Abituate da sempre a fare i conti con la dura quotidianità, ogni giorno migliaia di donne africane percorrono le strade del continente alla ricerca di una vita dignitosa. Gran parte di loro camminano fino a 15 chilometri al giorno per portare l'acqua alle famiglie. Poi vanno al mercato a vendere quel poco che hanno per portare a casa il necessario a sfamare i propri figli. Spesso portando in spalla i piccoli che ancora non camminano. Sono in maggioranza le donne a lavorare i campi che non gli appartengono, in quanto donne, e sono sempre loro a coltivare la terra e a produrre l'80% dei beni di consumo.
"Le donne africane hanno un cuore grande, sono la spina dorsale dell'Africa" ha sostenuto Mathilde Muhindo, direttrice del Centro Olame nella Repubblica del Congo ed ex parlamentare, giunta ieri a Macerata per prendere parte all'incontro e partecipare poi agli appuntamenti della Marcia della Pace di Assisi. "Nonostante i soprusi subìti, ad iniziare dagli stupri utilizzati dai militari come arma di guerra, le prevaricazioni del potere e dei loro stessi uomini, le donne hanno saputo reagire con grande forza. Continuano a difendere la vita, a nutrire i propri figli, a lottare contro le mutilazioni e a curare i deboli. Hanno una grande determinazione nel creare condizioni di pace e condivisione".
Per questi motivi il Cipsi, coordinamento nazionale che raccoglie 48 organizzazioni non governative e associazioni che operano nel settore della solidarietà e della cooperazione internazionale, ha avanzato la proposta di candidare le donne africane al Premio nobel per la pace 2011. Ma, come ha spiegato oggi il presidente nazionale Guido Barbera, l'iniziativa serve più che altro per valorizzare il loro ruolo, serve per costruire cammini e relazioni nuove, per dare al mondo l'opportunità di riflettere. "Le donne africane" ha detto Barbera "non vogliono premi ma solidarietà e una serie di relazioni che le sostenga nella loro missione di pace".
"Oggi per me è un privilegio essere qui a sostenere la campagna di candidatura delle donne dell'Africa al Premio nobel per la pace" ha sostenuto Federica Curzi, assessore ai Diritti umani e alle pari opportunità del Comune. "Un'intera comunità viene candidata ad un importante riconoscimento e questo è già un successo per l'affermazione della dignità femminile soprattutto di chi vive in Africa". (sb)