"Tutti i sindaci dei Comuni italiani e quelli europei che hanno partecipato alla terza Conferenza internazionale delle città gemellate con il Saharawi, che si è svolta nei giorni scorsi a Firenze, potrebbero andare a manifestare insieme il loro appoggio a questo popolo costretto a vivere nei campi profughi".
Questa la proposta avanzata stamattina dal sindaco Romano Carancini che, insieme all'assessore alla Nonviolenza, Federica Curzi, ha accolto in Municipio la delegazione Saharawi composta dal Goverantore della Wilaya, provincia di Dakhla, Salem Lebsir, dal sindaco della Daira, comune di Gleibat El Fula, Zein Mohamed e dal loro accompagnatore e interprete Meni Moh Fadel.
Si tratterebbe di un'iniziativa concreta, "che potrebbe avere un forte impatto mediatico - ha aggiunto il sindaco Carancini rivolgendosi al Governatore Lebsir - un modo forte per testimoniare la nostra vicinanza a tutti voi e, allo stesso tempo, sensibilizzare gli organi preposti. Magari si potrebbe far coincidere questa azione con una data storica e significativa per il vostro popolo".
Lo scopo della missione della delegazione questi giorni in visita nelle Marche, è quello di rafforzare i rapporti di amicizia e di solidarietà che negli anni sono stati stretti tra le istituzioni, le comunità locali e il popolo Saharawi e ribadire con forza il diritto di autodeterminazione.
A questo proposito l'assessore Curzi ha sottolineato che "il bello dei patti di amicizia è proprio quello di lasciare una traccia concreta per cui la presenza del Governatore Salem Lebsir, che già nel 2007 fu ricevuto dal sindaco Giorgio Meschini, è un passaggio di consegne e di continuità. Voglio esprimere - ha aggiunto - tutta la solidarietà e l'approvazione per la dignità e la forza del popolo Saharawi, esempio di resistenza e non violenza che il mondo intero non ha ancora capito".
Il sindaco ha affermato che vuole continuare sulla strada già intrapresa dall'Amminmistrazione comunale ed ha aggiunto che i tracciati del percorso da seguire sono tre: continuare a far conoscere la situazione del popolo saharawi, testimoniare la vicinanza della città e intraprendere azioni per essere concretamente utili alla causa.
Dal canto suo il governatore Lebsir ha espresso parole di grande gratitudine all'Amministrazione comunale e all'intera città perché ha mantenuto fermi negli anni l'attenzione e il sostegno verso il popolo Saharawi: "Abbiano costruito con Macerata un ponte di solidarietà tra i popoli e ora, in un momento così delicato per tutti, dobbiamo proteggerlo anche perché rappresenta l'amicizia". Nei campi profughi - ha inoltre ricordato - c'è una situazione grave, il governo del Marocco fa pressioni sui territori occupati, sulla popolazione civile che ogni giorno manifesta in piazza e resta indifesa.
Ricordiamo che il popolo Saharawi è costretto a vivere in campi profughi nell'estremo sud ovest dell'Algeria, in una zona desertica considerata tra le più invivibili del nostro pianeta, sostenuti da aiuti umanitari. Di loro si parla poco come tutti i popoli "dimenticati", malgrado una risoluzione Onu abbia riconosciuto la causa del popolo Saharawi ed il loro diritto ad esprimersi con un referendum, che dal 1992 ancora attendono. (lb)