All'ultima mostra del cinema di Venezia La bicicletta verde (titolo originale Wadjda) è stato quasi acclamato all'unanimità dalla critica e dal pubblico commossi dalla storia di una ragazzina di Riad, Wadjda, che sfida tutte le convenzioni e i divieti per poter salire in sella a una bicicletta. In Arabia Saudita alle donne è rigorosamente vietato andare in bicicletta come fare molte altre cose. Ma Wadjda sia per la sua giovane età sia per la sua determinazione non può rassegnarsi a rinunciare a possedere la... bellissima bicicletta verde che ha visto in vendita in un negozio. Così la sua semplice storia e il suo semplice desiderio, comune a milioni di bambini e bambine assume nel paese islamico diventa un affronto, quasi un gesto politico. E come spiegare a una ragazzina che le è vietato andare in bicicletta perché sul sellino potrebbe provare un qualche piacere sessuale? Così anche il bel film scritto e diretto da Haifaa Al Mansour, prima donna saudita a realizzare un film e a girarlo nel suo Paese, con tutti i problemi che potete immaginare, sempre sotto l'occhio vigile delle autorità, assume un valore extra-artistico, sociale, antropologico e politico da non sottovalutare.