Saranno l’intervento di Paola Ballesi e le testimonianze di Filippo Davoli e Maria Stefania Gelsomini a dare vita domani pomeriggio (2 maro), alle ore 17.30, nella sala Castiglioni della biblioteca Mozzi Borgetti, all’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale per ricordare la figura e le opere di Wladimiro Tulli a dieci anni dalla sua morte.
L’incontro sarà anche l’occasione per presentare un itinerario intitolato Wladimiro Tulli a Macerata – Itinerario d’arte e di sorprese, curato da Rosaria Cicarilli e Maria Vittoria Carloni dei Musei civici, attraverso una brochure realizzata in collaborazione con l’artista Mauro Mazziero dedicata a “Tulli in città” e cioè alle opere di grande formato e alle sculture visibili in sedi pubbliche, ai dipinti e alle ceramiche presenti nei due musei, collezione comunale e palazzo Ricci, ma anche nelle sedi di numerosi enti cittadini: un patrimonio in qualche modo costantemente sotto gli occhi dei maceratesi – basti pensare al grande pannello recentemente ricollocato nella sede dell’ospedale civile, nei locali dell’ingresso.
Wladimiro Tulli (Macerata, 4 settembre 1922 – 28 febbraio 2003) è stato un artista poliedrico, una delle voci maggiormente significative del secondo Futurismo, definito più volte un autentico “ricercatore” e parte attiva nei maggiori eventi culturali degli ultimi sessanta anni. Tra le sue frequentazioni artistiche figurano personalità come Fortunato Depero, Alberto Burri, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Ivo Pannaggi, Gino De Dominicis, Osvaldo Licini, Pericle Fazzini, Umberto Peschi e Bruno Tano – solo per citarne alcuni.
La sua vicenda artistica inizia nel 1938-39, grazie alla collaborazione prima con Tano e poi con Prampolini e Licini. Anche Pannaggi, suo concittadino, Severini, Balla e Martinetti susciteranno una notevole influenza su di lui.
Il suo si dimostra fin da subito un linguaggio tra i più originali del panorama artistico italiano del secondo dopoguerra; un linguaggio di grande singolarità espressiva, capace di risolvere i problemi evolutivi della forma e della materia, profondo conoscitore dell’arte futurista ed abile nel portarla verso l’astrazione, sempre con la sua consueta originalità. Grande colorista sia quando lavora in piano nelle tele, sia quando si avventura alla conquista dell’aria con plastiche composizioni. È stato anche amico di Bruno Munari, e a lui avvicinato, per la sua sorprendente capacità di esprimersi plasmando i materiali più diversi e per la sua ecletticità.