Comune di Macerata


 

Giornata della memoria, inaugurata la mostra “Perché non accada mai più – Ricordiamo”

 

“Ciò che ci interessa sottolineare di questa tragedia - ha commentato Virginia Reggi, curatrice della mostra - è la diversa connotazione dello sterminio delle 300 mila persone disabili che non fu opera di SS e fanatici nazisti ma di illustri psichiatri, medici di famiglia e di infermieri che si trasformarono in aguzzini dei loro pazienti”

 
mercoledì 22 gennaio 2014
Un momento della presentazione della mostra “Perché non accada mai più – Ricordiamo”
Un momento della presentazione della mostra “Perché non accada mai più – Ricordiamo”

 Si è svolta ieri nella sala consiliare del Comune di Macerata la presentazione della mostra Perché non accada mai più – Ricordiamo organizzata da Anffas onlus Macerata in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza in occasione della Giornata della Memoria.

  All’incontro sono intervenuti il sindaco Romano Carancini, l’assessore alla Cultura Stefania Monteverde, il presidente di Anffas Mario Sperandini, il presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Claudio Gaetani e i due relatori, Virginia Reggi, ideatrice e curatrice della mostra e il professor Edoardo Bressan, Docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Macerata.

  Una mostra “speciale e così particolare” ha commentato l’assessore Monteverde, che apre il cartellone di iniziative organizzate da Comune e Provincia, in collaborazione con l’Anpi, in occasione della Giornata della Memoria.

  Il programma di eutanasia delle persone disabili, denominato Aktion T4, cui Hitler diede avvio nel 1939, risulta troppo spesso dimenticato e la mostra ha lo scopo di riportare, attraverso documenti e fotografie, l’attenzione del pubblico su quella tragedia che ha certamente rappresentato la cosiddetta “prova generale” per la messa a punto dell’Olocausto.

  Cominciata fra il 1939 e il 1945, è la storia dolorosa della soppressione scientifica dei “più deboli”, coloro cioè che non rientravano nei parametri di “perfezione e produttività” elaborati dalla logica nazista. 

  “Ciò che ci interessa sottolineare di questa tragedia - ha commentato Virginia Reggi, curatrice della mostra - è la diversa connotazione dello sterminio delle 300 mila persone disabili che non fu opera di SS e fanatici nazisti ma di illustri psichiatri, medici di famiglia e di  infermieri che si trasformarono in aguzzini dei loro pazienti”.

  Furono i principi dell’eugenetica, infatti, che nella loro applicazione portarono alla sterilizzazione di massa e poi all’uccisione di moltissimi malati di mente. L’eugenetica offrì, pertanto, la base scientifica e una sorta di giustificazione morale affinché lo Stato potesse arrogarsi il diritto di vita e di morte di esseri umani in nome del bene della società.

  Oggi possiamo ritenerci al sicuro da derive eugenetiche? La mostra pone delle riflessioni in questo senso che ci portano ad interrogarci sul concetto che abbiamo oggi di “vita degna di essere vissuta” soprattutto quando abbiamo a che fare con gravissime disabilità.

  “Ciò che forse può salvarci da questo rischio – ha affermato il professor Bressan -  è guardare al disabile o al malato grave non come soggetto da riabilitare e recuperare ma semplicemente come persona nella sua integrità e dignità”.

  La mostra, allestita nella galleria Galeotti di piazza Vittorio Veneto,  è visitabile tutti i giorni (mattino 9.00-12.00 – pomeriggio 17..00-19.00) anche con possibilità di visite guidate per le scuole della provincia di Macerata che possono essere prenotate all’Istituto Storico della Resistenza al n. 0733 237107.

 

 
 
 
 
 
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