Il sindaco Romano Carancini domenica scorsa ha partecipato in cattedrale alla cerimonia di insediamento del nuovo vescovo della diocesi di Macerata – Tolentino - Recanati – Cingoli - Treia monsignor Nazzareno Marconi. Ecco le parole di benvenuto che il primo cittadino ha rivolto all’alto prelato a nome di tutta la città:
“Reverendissimo Monsignor Marconi, in questo giorno così speciale per Lei e per tutti noi, voglio innanzitutto porle il più affettuoso benvenuto nella nostra città a nome mio, di tutta l’Amministrazione comunale e dell’intera comunità maceratese.
Ci emoziona assistere al rito di ordinazione e d’insediamento della nostra nuova guida spirituale e la presenza di tante autorità civili, a iniziare dal presidente della Regione Gian Mario Spacca e dal presidente della Provincia Antonio Pettinari, oltre che di Sua Eccellenza il Prefetto di Macerata Pietro Giardina e dei colleghi Sindaci, delle autorità militari e dei tanti cittadini, sta a dimostrare il forte desiderio di offrire accoglienza e appoggio a Lei, persona che, già al nostro primo incontro, ci ha sorpreso per la semplicità della buona disposizione, dallo sguardo comprensivo e dalla grande cultura.
Ci hanno molto colpito le parole da Lei pronunciate il 13 luglio a Città di Castello nel corso dell’ordinazione episcopale, e tra esse il riferimento alla restaurazione della Chiesa, e, più in profondità, al costante impegno nella ricerca del talento, del prezioso, sotto l'apparenza del brutto. È anche valore civile, quello da Lei richiamato, a cui la comunità laica di questa città deve saper sempre guardare e verso il quale impegnarsi.
Monsignor Marconi, sentiamo che Lei saprà proseguire la tradizione dei Pastori che, ognuno a suo modo e per motivi diversi, hanno lasciato un segno importante nella nostra comunità: da Sua Eminenza il Cardinal Tonini, cui è stata concessa la cittadinanza onoraria a grande richiesta popolare, all’indimenticato Mons. Carboni scomparso in condizioni tragiche, al ricordo del profondo insegnamento di Mons. Conti, fino al percorso pastorale intrapreso da Mons. Giuliodori all’insegna del confronto e del dialogo.
La città di Macerata, la Civitas Mariae, la città della Pace, che oggi Le dà il benvenuto, vanta delle profonde radici religiose e da sempre manifesta una sentita partecipazione di fede, non solamente nella pratica religiosa, ma anche attraverso la consistente e vivace presenza di associazioni, movimenti e realtà religiose, trama di un preziosissimo e forte tessuto sociale, fondamentale punto di riferimento anche per la vita civile.
Lo ricorda l'immagine della Madonna della Misericordia sul palazzo municipale, dono di riconoscenza dei cittadini maceratesi che 62 anni fa, sulla spinta di una mozione popolare di oltre ventimila cittadini, accolta dall'intero consiglio comunale guidato dall'allora Sindaco Otello Perugini, consacrò la città a Maria ed alla sua protezione.
Macerata è una città molto cattolica ma è una città altrettanto laica: due aspetti diversi e complementari, che hanno trovato il modo di convivere creando sinergia e scambio dialettico, determinando lo sviluppo di un’identità profonda e articolata, che non ha mai perso di vista le proprie radici di appartenenza, ma ha sempre riconosciuto il valore della diversità e della tolleranza nel tessuto delle relazioni interpersonali e sociali. Ecco, allora, che la comunità maceratese ha costantemente riservato attenzioni particolari alle famiglie, alle coppie, agli anziani, ai bambini, ai giovani, alle categorie più deboli, ai disabili, agli immigrati, nello spirito di una comunità profondamente tollerante, consapevole delle differenze e reattiva verso gli inevitabili cambiamenti sociali e umani che il nostro tempo comporta.
Inoltre, la presenza di un ateneo universitario plurisecolare e delle tante realtà di educazione e formazione, ha fatto sì che la comunità maceratese ampliasse ancor di più la sua evidente predisposizione al dialogo e al confronto fra culture, all’apertura mentale, alla scoperta intellettuale, al gusto artistico. E la cultura è tuttora un aspetto determinante del carattere maceratese che si esplicita, oltre che con l’Università, attraverso le tante scuole presenti nella nostra città, l’Accademia di Belle Arti, le Biblioteche, i Musei, i suoi palazzi e le sue Chiese, le stagioni teatrali, le rassegne culturali, i festival musicali, le varie espressioni artistiche, tra le quali l’incomparabile stagione lirica dello Sferisterio.
Macerata è una città colta, civile, intelligente, attenta ai cambiamenti, non incline alla confusione e pronta a riconoscere il bene nelle persone e nelle situazioni, accogliendone la diversità. Non manca certamente di difetti e di debolezze e ha il naturale bisogno di essere accompagnata per crescere e maturare una sicura fiducia nella vita, soprattutto in questi tempi difficili. Ma Lei avrà certamente modo di scoprire in prima persona questi e tutti gli altri aspetti della nostra comunità, e sono certo che insieme, in un clima di generosa solidarietà tra le istituzioni, possiamo contribuire a far crescere Macerata, ricorrendo alle belle parole di Carlo Maria Martini, “da città accogliente a città aperta”.
Sulla scia dei cambiamenti epocali apportati da Papa Francesco, che, con la sua semplicità e la sua sorridente saggezza, ha riportato al primo posto l’umiltà e il contatto diretto della Chiesa con le persone, l’augurio mio personale e di tutta l’Amministrazione comunale è che anche a Macerata col Suo arrivo, si possa contribuire a questo percorso di ricerca della semplicità delle buone relazioni, necessarie a ogni comunità che sappia vivere bene, insieme, nel rispetto e nella concordia civile.
In questa ottica di collaborazione tra il mondo religioso e quello laico, mi auguro che le istituzioni pubbliche e quelle ecclesiastiche possano crescere nel dialogo e nel confronto, con la finalità comune di assicurare il benessere alle cittadine e ai cittadini, di mantenere costante la serenità esistenziale delle loro famiglie e di promettere un futuro migliore ai loro figli, non privando nessuno della possibilità di credere, sperare e sognare, nonostante i momenti di crisi e di sconforto che abbiamo vissuto e che probabilmente vivremo ancora, ma che supereremo anche grazie al suo sostegno spirituale e morale.
“L'amicizia è più utile al mondo che non le ricchezze” scrive Padre Matteo Ricci nel suo bellissimo trattato sull'amicizia. È lo spirito con cui la città l'accoglie e con cui vogliamo camminare insieme. Benvenuto a Macerata”.