COMUNICATO STAMPA N.2 martedì 1 febbraio 2005
OGGETTO: Gli anni Settanta in mostra agli Antichi forni
Si può parlare degli anni ’70 senza dover necessariamente ricondurre tutto alla lotta armata e al terrorismo? Questa la scommessa di “Spazi occupati – Spazi liberati. ’77 il futuro alle spalle”, mostra, e non solo, che si terrà alla Galleria “Antichi Forni” dal 19 febbraio al 2 marzo dalle 16 alle 23.
In collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune e l’assessorato ai Beni culturali e Turismo della Provincia, il Collettivo Csa Macerata e Ya Basta onlus ha organizzata un evento che vuole raccontare volti, sogni ed espressioni di una generazione che ha cambiato il suo futuro a ha creato il nostro presente. All’inaugurazione della mostra, alle 19.30 di sabato 19, interverranno Angelo Ventrone del Centro di documentazione sui partiti politici delle Marche contemporanee, Fabrizio Billi dell’Archivio “Marco Pezzi” di Bologna, Ignazio Maria Gallino dell’Archivio storico della stampa underground international alternative press di Milano, Massimiliano Sport Bianchini, l’assessore alla Cultura di Macerata e Donato Caporalini, l’assessore ai Beni culturali e Turismo della Provincia. La mostra ospiterà lunedì 21 febbraio alle 21.30 la presentazione del libro “I viaggi di Mel” di Marco Philopat e Walter Pagliero, “fiancheggiatore dei capelloni” il quale proporrà delle letture tratte da “Mondo Beat2 a cura della compagnia teatrale La Tirannide. L’iniziativa poi proseguirà con una serie di dibattiti tra cui “La metropoli indiana: happening, dibattito” (giovedì 24 alle 17.30) e “Alice in paradiso. L’esperienza delle radio libere in Italia” (venerdì 25 alle 18).
“Spazi occupati – Spazi liberati” è un laboratorio pensato per riflettere su come una generazione passata ha cambiato e costruito il nostro presente con le P38, le “gambizzazioni”, la violenza, le manifestazioni, ma anche con un nuovo linguaggio ironico, le non verità, la fantasia di miriade di giornalini e riviste, le feste dei capelloni, la comunicazione alternativa di Tv e radio private, la voce dei militanti e dei “cronisti a gettone”, le lotte dei gruppi “beat” e “provos”, le proteste dei gruppi femministi...
Parallelamente è proprio la mostra che ci dà testimonianza delle reazioni di quella parte della società più moderata e “giusta”, che proponeva soluzioni ancor più sopra le righe, come la cancellazione delle scritte, l’incentivo alle vocazioni sacerdotali e poliziesche, la muratura dei covi della sovversione, la distribuzione di terre meridionali agli studenti fuori corso, la discriminazione per covi in cui – secondo la descrizione fornita da Francesco Cossiga, l’allora Ministro degli Interni -“ siano rintracciabili letti sfatti oltre le 10 del mattino, si trovino libri del dadaismo tedesco, siano gettate per terra lattine di birra, si trovino cartine, bilance, cucchiai e tabacco, non si paga la bolletta del gas e sia sorpreso qualcuno a dormire o ad ascoltare i Rolling Stones”.