Comune di Macerata


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Il lavoro minorile nelle piantagioni di cacao

La povertà nei Paesi produttori di cacao è a livelli drammatici: periodicamente viene denunciato il lavoro minorile e schiavo nelle piantagioni cacao e il traffico di bambini comprati nei paesi ancora più poveri, Togo e Benin, e venduti a quelli come la Costa d'Avorio dove serve manodopera. La produzione di cacao in questo Paese rimane legata a fenomeni di violazione dei diritti umani, come il traffico e lo sfruttamento dei minori. Secondo l'Istituto Internazionale di Agricoltura Tropicale (IITA), i bambini e gli adolescenti che lavorano nei campi di cacao in Costa d'Avorio sono 615mila: il 64% avrebbe meno di 14 anni, 12mila non avrebbero legami familiari con i proprietari. Solo 5mila sarebbero pagati regolarmente, ma il 29% di questi ha dichiarato di non essere libero di lasciare i campi (i dati si riferiscono all'estate 2002). I bambini vanno a lavorare nei campi perché la famiglia ha un debito che non riesce a pagare, o perché è morto uno dei genitori, oppure perché i figli sono stati abbandonati e si trovano in una famiglia allargata che non ce la fa a sfamare tutti; dall'altro lato la richiesta di manodopera a basso costo è sempre alta. Nelle zone rurali della Costa d'Avorio quattro su cinque sono i bambini che lavorano nei campi, non frequentando la scuola e svolgendo attività spesso pericolose e nocive per la loro salute, come usare attrezzi taglienti, applicare i pesticidi, trasportare i sacchi con le cabosse. Lavorano nei campi dalle sei di mattina alle nove di sera, mangiano un pugno di mais e una banana e vivono in condizioni sanitarie disperate, ammassati in stanze senza letti, senza bagno, chiusi a chiave durante la notte. Le ragazzine, invece, vengono rivendute e finiscono a fare i lavori domestici in casa, o vengono utilizzate per il mercato del sesso.
Per molto tempo le industrie produttrici di cioccolato hanno negato il problema. Solo a seguito delle insistenti pressioni della stampa e delle organizzazioni umanitarie hanno siglato un accordo, detto Protocollo Harkin-Engel, che dovrebbe eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile in Africa occidentale entro il 2005, dapprima attraverso un monitoraggio del problema, poi attraverso una certificazione riconosciuta a livello internazionale, che dovrebbe attestare che il cacao non è stato prodotto anche grazie a minori sfruttati. Le multinazionali hanno però tralasciato la causa principale di tali fenomeni, individuabile nei prezzi bassi che vengono pagati ai produttori; pagando un prezzo più alto - o forse semplicemente più "equo"- ai produttori, si eliminerebbe quasi automaticamente parte dello sfruttamento del lavoro minorile.
I consumatori giocano un ruolo importante, in quanto possono, con svariati mezzi, indurre industrie verso approcci produttivi più responsabili.

30, 31 ottobre e 1 novembre 2005
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