COMUNICATO STAMPA N. 2 martedì 25 ottobre 2005
OGGETTO: Rassegna Perugini, domenica "Il padre" di Strindberg
Un lucido e sottile assassinio psichico, un dramma familiare, un'introspezione nella debole esistenza di un uomo, di questo parla "Il padre" di August Strindberg, che la compagnia Del Giullare di Salerno metterà in scena domenica prossima (30 ottobre) alle 17,15 al Lauro Rossi.
Diretto da Marcello Andria, il "capolavoro di dura psicologia", secondo Friedrich Nietzche, dell'autore svedese fa parte della 37ª edizione della rassegna d'arte drammatica "Angelo Perugini".
Il dramma di un'icona materna negata, il non sentirsi amati di un figlio che si muterà in solitudine, l'insicurezza dell'adulto e ancora le ossessioni sulla paternità della figlia, tutti questi elementi portano all'esasperazione l'immaturo Adolf. Capitano e uomo di stampo militare, ha passato l'infanzia alla ricerca di una figura materna, che non trova, e, progressivamente isolato da affetti e interessi, si rifugia nella follia.
Ciò che si racconta è l'esistenza dunque di un uomo debole, ossessionato e atterrato dalla convinzione di non essere padre di sua figlia Bertha, ma quel sentimento che in realtà il protagonista (interpretato da Enzo Tota) nasconde, altro non è che l'aspirazione alla filialità, la conclusione finale a quella ricerca della figura materna mancante che la moglie (Lilia Ranieri) non riesce e non vuole interpretare e che egli ritroverà solo nell'abbraccio rassicurante della vecchia balia Margret (Anna Maria Fusco Girard).
La vicenda delineata ha forti valori simbolici, che preannunciano (fu scritta nel 1887) alcuni grandi temi della crisi del novecento: il senso di inadeguatezza nell'affrontare l'universo, le lotte fra i sessi, le difficoltà a diventare adulti, attraversando così, con una profonda sensibilità, tutto il percorso della drammaturgia contemporanea.