Consiglio, piscina e servizio idrico integrato
COMUNICATO STAMPA N. 1 martedì 28 febbraio 2006
OGGETTO: Consiglio, piscina e servizio idrico integrato
Ieri pomeriggio i lavori del Consiglio comunale hanno preso il via con l'interrogazione presentata dal consigliere Andrea Blarasin di Alleanza nazionale sulla piscina comunale e il dibattito è proseguito con l'approvazione della delibera relativa all'affidamento della gestione del servizio idrico integrato alla società consortile S.I. Marche.
Piscina comunale - L'esponente di An ha posto diversi quesiti sull'impianto natatorio di viale don Bosco mirati a conoscere le sue sorti dopo la chiusura avvenuta nel luglio del 2005. A rispondere in aula l'assessore Raffaele delle Fave il quale ha fatto il punto della situazione affermando che attualmente l'Amministrazione è impegnata, da un lato a far sì che i lavori per la costruzione del polo natatorio di Fontescodella siano appaltati entro quest'anno, dall'altro a ripristinare prima possibile la funzionalità della piscina comunale in modo che l'impianto sia a disposizione della cittadinanza almeno per il tempo necessario all'apertura delle nuove strutture.
Per quanto riguarda la piscina di viale don Bosco, l'assessore Delle Fave ha affermato che è stata chiusa dopo un rapporto del sevizio Tecnico che segnalava la presenza di lesioni alle pareti e al fondo della vasca che hanno causato una forte perdita di acqua e che non hanno consentito l'utilizzo, in sicurezza, dell'impianto e che i tecnici comunali insieme a quelli dell'Apm sono impegnati a eseguire ulteriori rilievi tecnici dopo quelli già effettuati per consentire di determinare gli interventi necessari al ripristino dell'impianto. Nel frattempo la piscina idroterapica ospita corsi di ambientamento, acquaticità e acquagym tenuti dalla stessa cooperativa che gestiva i corsi nella vasca principale.
Affidamento gestione servizio idrico integrato alla S. I. Marche - Illustrata dall'assessore Stefano Di Pietro, la delibera sull'affidamento della gestione del servizio idrico integrato alla società consortile S.I. Marche è stata approvata con 19 voti a favore (maggioranza), 12 contrari (F.I., An, Udc, Comitato Anna Menghi) e un'astensione (Arrigo Antolini di Uniti per Macerata).
Con la delibera il Comune di Macerata viene autorizzato a sottoscrivere quota parte del capitale della società consortile S.I. Marche, alla quale l'Ato "Marche Centro" ha affidato la gestione del servizio idrico intergrato all'interno del proprio ambito territoriale.
Nella gestione della società dovranno poi confluire, mediante partecipazione al capitale della società nelle rispettive quote, anche gli altri 8 comuni (Appignano, Castelfidardo, Civitanova Marche, Corridonia, Montecosaro, Morrovalle, Pollenza e Treia) appartenenti al medesimo sub-ambito di riferimento.
Tutti gli enti che diverranno soci di S.I. Marche, rendendo il capitale della stessa interamente pubblico, dovranno a loro volta approvare e poi sottoscrivere la convenzione intercomunale necessaria a soddisfare anche l'ulteriore requisito richiesto dalla legge perché S.I. Marche possa configurarsi società "in house providing" e cioè il controllo sulla società operativa, analogo a quello che i rispettivi Comuni gestiti eserciterebbero sui propri servizi interni.
L'intera operazione va inquadrata nel rispetto dei principi ispiratori della riforma, introdotta in materia della cosiddetta legge Galli, tendenti a conseguire una più ampia unificazione funzionale e gestionale delle diverse attività del ciclo idrico presenti nel territorio. In seguito all'affidamento aggregato del servizio idrico a S.I. Marche, precedentemente gestito dai singoli Comuni attraverso le rispettive società partecipate, risulta infine potenziata e pienamente operativa la funzione dello stesso Ato 3.
Prima dell'inizio del dibattito l'esponente dell'Udc Andrea Beccacce, con una mozione d'ordine, respinta, ha chiesto il ritiro della delibera per la complessità del documento stesso e la necessità quindi di avere più tempo per esaminarlo. Da parte della minoranza sono stati quindi sottolineati alcuni aspetti ed espressi dubbi. Per Placido Munafò (Comitato Anna Menghi) si tratta di "una delibera spacciata per tecnica ma è politica" mentre Pierfrancesco Castiglioni (An) l'ha definita un'operazione monca e ha sottolineato la necessità di chiarimenti circa gli investimenti, le tariffe e il comitato di controllo. Sulla stessa lunghezza d'onda Ivano Tacconi, capogruppo dell'Udc, il quale ha affermato che si tratta di "un'operazione zoppa che non offre garanzie" e di "poca chiarezza" ha parlato invece Riccardo Sacchi (An). Dai banchi della maggioranza Narciso Ricotta (Democrazia e Libertà - La Margherita) ha asserito che quella prevista dal documento è "una scelta corretta e che con l'alternativa, ovvero una gara pubblica, c'è il rischio di diventare preda di qualche multinazionale", per Reinhard Sauer (Rifondazione comunista) "è stata garantita la gestione di una risorsa importante qual è l'acqua" mentre per Romano Carancini (Ds) "poter ricostruire un ambito forte non potrà che non andare a beneficio del territorio".
Presentato poi dal consigliere Munafò (Comitato Menghi) e sottoscritto da altri esponenti della minoranza, un ordine del giorno alla delibera in questione con il quale si invitava 'Amministrazione comunale a "rivedere il sistema di gestione del servizio idrico integrato qualora le tariffe applicate all'utenza subiscano aumenti dovuti al piano industriale adottatati dal gestore non attinenti agli investimenti per il Comune di Macerata". L'ordine del giorno è stato respinto con 19 voti contrari (maggioranza) e 12 a favore (An, F.I., Udc Comitato Menghi, Uniti per Macerata).
I lavori del Consiglio comunale riprenderanno oggi alle 15.30 con la discussione delle mozioni e di un ordine del giorno non esaminati.
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