Comune di Macerata


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Bottega del Mondo Solidale

Presentazione campionario bomboniere

Il dono è un fondamentale strumento di comunicazione e di relazione sociale, così come lo è la festa.
E' difficile negare, tuttavia, come essi siano ormai diventati facile bersaglio di operazioni commerciali che sviliscono entrambi.
Molti provano a recuperare il senso originario della festa, il valore dello stare insieme sottraendolo a logiche consumistiche e commerciali.
Anche il dono segue la stessa sorte; vi si può rinunciare consapevoli che ha smarrito il suo senso profondo, oppure provare a recuperarlo.
È consuetudine abbastanza diffusa in occasione di matrimoni, comunioni, cresime, battesimi, lauree, rendere partecipi le persone "vicine", parenti e amici, donando una bomboniera come ricordo della festa.
Una bomboniera del commercio equo, confezionata dalla Cooperativa Sociale "Il Sentiero", può essere una possibilità, accanto ad altre, perché questo dono sia un gesto che torna a comunicare, a coinvolgere chi dona e chi riceve in una rete di relazioni più vasta, più ricca e più responsabile.
Quest'anno vogliamo proporvi, in particolare, le bomboniere prodotte in Africa, un continente tanto vicino, ma anche tanto lontano ...


Domenica 5 marzo 2006
"5° Giornata di consumo responsabile"
dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 19,30
presso la Bottega del Commercio Equo e Solidale di Macerata
in Piaggia della Torre, 35-39 (in fondo alle scalette - ex GULP)

Potrete vedere il campionario delle bomboniere, ricevere tutte le informazioni sulla loro fabbricazione e sul confezionamento, sul Commercio equo e sulla Cooperativa Sociale "Il Sentiero".


ALCUNI PROGETTI AFRICANI

MADAGASCAR

CARTA ANTAIMORO La carta Antaimoro, comunemente detta carta di riso sebbene di riso non abbia proprio nulla, prende il suo nome da un gruppo etnico che vive sulla costa est del Madagascar. Questo tipo di artigianato non è tipico del Madagascar ma proviene dal popolo arabo approdato casualmente sulla costa est dell'isola. Questo piccolo gruppo arabo spinto dalla necessità di trascrivere i versetti del corano per poterli trasmettere, trovò un arbusto, l'avoha, con la cui corteccia si poteva ottenere una carta simile alla pergamena. La popolazione Antaimoro, fortemente influenzata dalla popolazione araba, apprese l'arte di fabbricare la carta che ora diffusa in diverse zone del Madagascar. In particolare furono poi i Betsileo (una delle etnie che popolano il Madagascar) che la svilupparono in senso commerciale. La carta Antaimoro deriva quindi dalla della corteccia dell'avoha e dalla delicata lavorazione delle donne che la adornano con petali, foglie e ramoscelli per essere poi messa ad asciugare al sole e al chiaro di luna. In alcuni casi i fogli ottenuti vengono utilizzati per produrre scatole di diversa dimensione, buste, bomboniere, album portafoto, quaderni, cornici.
Attualmente i gruppi artigianali coinvolti nel progetto di sviluppo per l'artigianato e a cui la cooperativa Ravinala assicura un lavoro annuale, sono 2 entrambi residenti nella capitale, Antananarivo.

LATTA In Madagascar tutto viene riciclato, nulla deve essere sprecato. Ed ecco quindi che anche latte, lattine, barattoli vuoti trovano una loro collocazione per essere trasformati in modellini di automobili, camion, motociclette, aeroplani. Le lattine vengono raccolte o acquistate a peso, dopo di che vengono tutte aperte e ripulite all'interno. Le lattine più colorate sono le più ricercate perché permettono di realizzare simpatici oggetti che riscontrano molto successo presso i turisti incuriositi. Tuttavia anche le latte più anonime trovano un loro impiego nella produzione di oggetti d'uso comune, quali gli annaffiatoi, le lampade ad olio o i portacandele. Attualmente vi è un solo gruppo specializzato nella lavorazione della latta che è a cui la cooperativa Ravinala assicura un lavoro annuale. Si tratta di un gruppo di famiglie occupanti un intero villaggio nei dintorni della capitale, Antananarivo.

GHANA

TERRACOTTA Mysha ha rapporti con 6 gruppi di artigiani. Tutti questi gruppi sono situati nel Sud del Ghana anche perché l'argilla impiegata proviene dalla regione centrale situata a ca. 100 km a Nordovest di Accra. Tra questi 6 gruppi (alcuni molto piccoli) appartenenti a tutte le etnie, il più piccolo è composto da tre persone. Ciascun gruppo ha uno stile e un design diverso. Le materie prime sono l'argilla, le perle in vetro riciclato, il rattan, la paglia ed il bambù. Tutti questi materiali sono disponibili in Ghana ad eccezione del colore che viene importato dalla Germania, grazie alla sua migliore qualità e all'assenza di sostanze tossiche. Gli usi di questi prodotti possono essere vari e vanno dal contenere cibo al fungere da vassoi per frutta, da portacandele, da portavasi; in alternativa questi possono avere una funzione meramente decorativa. In modo da avere la sicurezza che detti articoli siano esenti da sostanze tossiche Mysha ha compiuto diversi test dall'esito negativo.
Molte donne sono presenti all'interno dei gruppi con pari dignità ed opportunità. La maggior parte della produzione viene esportata mentre una minima parte viene destinata al mercato locale.

ZIMBABWE

CERAMICA Il Mzilikazi Art &Craft Centre comprende due sezioni principali: un laboratorio di ceramica ed una scuola di formazione artistica che hanno la funzione di completarsi l'un l'altro. La scuola offre corsi di ceramica e di altre attività artigianali-artistiche, mentre i profitti generati dal laboratorio contribuiscono a coprire i costi della scuola. Insieme le due sezioni costituiscono un vero e proprio centro di attività culturali che offre opportunità di formazione e di lavoro. Il Centro funziona ormai da oltre trent'anni e col tempo è diventata un'impresa di successo anche dal punto di vista commerciale, grazie all'alta qualità dei prodotti che è in grado di offrire.
La scuola, attraverso corsi di disegno, grafica, fotografia, design, scultura, ceramica e altro si propone di dare una formazione specifica ai ragazzi che, finita la scuola, si trovano tuttavia a non avere alcuna qualifica e fanno quindi difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro. Il laboratorio dà lavoro a settanta persone e gli studenti, mentre frequentano i corsi, hanno anche loro la possibilità di guadagnare qualcosa vendendo i loro lavori.
 
 
 
 

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