Via libera del Consiglio ai diritti derivanti dalle unioni di fatto
COMUNICATO STAMPA N. 2 giovedì 20 aprile 2006
OGGETTO: Via libera del Consiglio ai diritti derivanti dalle unioni di fatto
Il Consiglio comunale ha approvato ieri un ordine del giorno dei Comunisti italiani sulle unioni civili e di fatto. Scopo del provvedimento - ha detto Luciano Borgiani presentando il documento - è quello di garantire diritti, benefici e opportunità alle persone che scelgono la convivenza piuttosto che il matrimonio civile o concordatario. A favore i gruppi di maggioranza (ad eccezione della Rosa nel pugno) e del consigliere Placido Munafò del gruppo Menghi, contrari An, Fi, Gruppo misto, Uniti per Macerata e Luigi Pierini del gruppo Menghi. Astenuti Carelli (margherita) Mosca (Città viva) e i consiglieri della Rosa nel pugno.
Sull'argomento c'è stato un ampio dibattito ed anche il rischio di spaccatura in seno alla maggioranza non tutta concorde con la formulazione del documento. La proposta dei comunisti italiani è stata quindi ritoccata da un emendamento del consigliere Romano Carancini dei DS in linea con quanto contenuto nel programma elettorale del centro sinistra. In sostanza l'odg modificato non prevede l'assimilazione delle unioni di fatto al matrimonio, ovvero non riconosce l'unione ma piuttosto i diritti alle persone che hanno scelto questo tipo di rapporto, per evitare le tante situazioni di discriminazione che si verificano nei confronti di chi ha scelto la convivenza di fatto rispetto al matrimonio. Se l'emendamento ha fatto sì che i consiglieri della Margherita si esprimessero a favore del documento (ad eccezione di Carelli che si è astenuto come Mosca di Città Viva che si è detto in difficoltà per quanto riguarda l'aspetto delle adozioni), esso ha provocato l'astensione dei consiglieri della Rosa nel Pugno, in quanto - ha affermato Federico Valori - avrebbero preferito veder riconosciuta l'unione di fatto, con una atteggiamento di maggiore apertura e liberalità. Non ha partecipato alla votazione la consigliera Anna Menghi che aveva posto una condizione pregiudiziale alla discussione dell'argomento a suo avviso illegittimo, perché il Comune non può disciplinare una questione su cui non si è ancora espressa la legislazione nazionale. Posizione simile è stata espressa anche da Arrigo Antolini il quale pur riconoscendo i diritti di coloro che scelgono le unioni civili ritiene necessaria una legge nazionale a riguardo.
Nettamente contraria invece Deborah Pantana di Forza Italia che ha parlato di attacco alla famiglia. Contrari anche Riccardo Sacchi e Tasso (An) per cui è un ordine del giorno privo di buon senso soprattutto per quanto riguarda i minori e il Udc (per Tacconi la famiglia resta il fondamento della società). Giovanni Meriggi ha criticato particolarmente l'elenco pubblico che costituirebbe una violazione della privacy e quindi una possibile ulteriore discriminazione per coloro che vi sono iscritti. L'iscrizione a tale elenco è infatti il presupposto per il riconoscimento dei diritti alle persone legate da vincoli affettivi e di reciproca solidarietà, con le modalità previste da un apposito regolamento che sarà predisposto dalla commissione consiliare.
Un invito a non irrigidirsi sulle posizioni ideologiche su un argomento delicato che riguarda le persone al di là degli schieramenti è venuto da Valerio Calzolaio dei Dc. Positivo il richiamo al programma dell'Unione, ha detto Tarcisio Ricotta (Margherita), che ha espresso invece perplessità sullo strumento dell'elenco lasciando ai suoi consiglieri libertà di voto. Stessa perplessità è stata espressa dal sindaco Meschini, mentre Gian Mario Maulo dei Repubblicani europei - che ha affidato la presidenza del consiglio al vice Giovanni Picchio per partecipare al dibattito - ha affermato che la politica ha il dovere di recepire le mutazioni della società: giusto quindi regolamentare le unioni di fatto promovendo il valore della solidarietà.
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