Comune di Macerata


Sovrapposizioni. Opere 1983 - 1986

 

Mostra personale di Luigi Teodosi

Dallo scorso 5 luglio espone in Pinacoteca l'artista contemporaneo jesino Luigi Teodosi.
La mostra rimarrà aperta fino al 30 luglio.

Orari
lunedì-sabato: 10-13 e 17-19.30
domenica: 10-13
 
 
 
BIOGRAFIA

1935 - Luigi Teodosi nasce a Jesi il 15 aprile.

1952-54 - Roma: si iscrive al Liceo Artistico e successivamente alla Scuola Libera del Nudo. Tra i suoi insegnanti figurano Franco Gentilini, Renato Guttuso, Libero De Libero, Mario Mafai e Francesco Sapori.

1955, settembre - Roma: inizia una collaborazione con la Galleria "Lo Zodiaco", diretta da Linda Chittaro.

1956 - Insieme a Claudio Cintoli giunge a Parigi con una borsa di studio perorata da Alberto Moravia, Lionello Venturi e Renato Guttuso. Nella capitale francese frequenta Gino Severini e Ossip Zadkine e segue le lezioni di Marcel Achard e Jean Paul Sartre.

1958, ottobre - Zagabria: segue un corso presso lo Studio Statale per le Arti Figurative del pittore Krsto Hegedusic. Frequenta l'Istituto per il Perfezionamento Artistico della R.P. di Croazia. Frequenta assiduamente gli artisti locali Belizar Bahoric, Edo Murtic, Zlatko Prica, Vladimir Pintaric, Josip Restek, Ferdinand Kulmer e Dusan Dzamonja.

1961-62 - Rientra in Italia. Si interessa alla progettazione di oggetti e di mobili, pur continuando la sua ricerca pittorica.

1966 - Ancona: ottiene la cattedra di Decorazione Pittorica presso l'Istituto Statale d'Arte e dirige i laboratori e il relativo disegno professionale.

1970-78 - Continua a concepire il design come incontro tra arte e produzione industriale. Per studio e lavoro è a New York, in Algeria, Iran, Gran Bretagna, Danimarca e Germania.

1992 - Fabriano: progetta il volume In Chartis Fabriano. L'uso della carta nell'attività degli artisti contemporanei (Ed. Cartiere Miliani, Fabriano), del quale cura l'edizione con Nino Ricci e introdotto da un Elogio della carta firmato da Vanni Scheiwiller.

1999 - Visita Città del Messico, Teotihuacán, Tula e Tepotzotlán.


ESPOSIZIONI

1955, maggio - Roma, Palazzo delle Esposizioni: I Mostra Regionale delle Arti Figurative.
La commissione giudicatrice lo seleziona tra i primi diciotto artisti.

1955, 18 settembre-16 ottobre - Macerata, Pinacoteca Comunale: I Premio Nazionale Scipione - Biennale di Pittura.

1958 - Roma, Galleria "Lo Zodiaco": mostra personale.
Espone venti opere degli ultimi due anni, tra le quali una serie dedicata a Paolo Uccello.

1959 - Zagabria, Salon Uluh: Luigi Teodosi.
Espone dieci opere presentate da Josip Depolo, due delle quali acquistate dalla Grandske Galerije.

1960 - Belgrado, Muzej Primenjene Umetnosti: Luigi Teodosi.
Espone tredici opere recenti, presentate in catalogo da Boris Vizintin, direttore del Museo d'Arte Moderna di Rijeka (Fiume).

1985 - Fabriano, Museo della Carta e della Filigrana: In chartis.
Espone collages e acquerelli datati 1983-84. La mostra, curata da Giovanna Bonasegale Pittei, è in seguito trasferita a Verona, Milano, Spello, Spoleto, Maastricht e Magonza.

1986 - Ascoli Piceno, Civica Galleria d'Arte Contemporanea (Palazzo Malaspina): Arte astratta nelle Marche 1935-85.
Espone Ritmi e segni (1956), Semplificazione dei segni (1956) e Un segno (1984).

1987 - Ancona, Teatro delle Muse e Rettorato Università degli Studi: Delle Marche. Una ricognizione artistica del territorio.
Espone Ridare purezza alle parole della tribù (1983), AN 9 (1984), Una pietra bianca (1985-86) e Involucro (1984).

1991 - Rijeka, Moderna Galerija: Déjà vu - La guerra in Croazia 1941-1991.
Espone una Composizione. In seguito la mostra è trasferita a Oderzo (TV) e Ancona.

1993 - Fossato di Vico (PG), Chiesa di San Cristoforo, Carceri, Antiquarium e Chiesa della Piaggiala: La soglia Artisti a Fossato di Vico.
Espone quaranta lavori datati 1960-93. La mostra è curata da Mariano Apa.

1994 - Ancona, Mole Vanvitelliana: Premio Marche 1994 - Biennale d'Arte Contemporanea nelle Marche.
Espone Ciclo lunare: mutamento (in 5 parti), cm 80x405.

1996, 19-22 gennaio - Milano, Fiera di Milano: Mostra d'Arte Cart '96.
Espone In Chartis Fabriano. L'uso della carta nell'attività degli artisti contemporanei.

1996, 10 febbraio-10 marzo - Milano, Showroom Paci&Partners: Arte in pentola.
Espone Artista in pentola, in legno alabastrino. La mostra, curata da Erica Calvi, è in seguito trasferita a Pesaro, Roma, Reggio Calabria, Genova, Messina e Utrecht.

1998 - Ancona, Mole Vanvitelliana: Premio Marche 1998 - Biennale d'Arte Contemporanea nelle Marche.
Espone un dittico del 1957-58.

2001, 12 maggio-17 giugno - Ancona, Atelier dell'Arco Amoroso.
Realizza l'installazione Gorilla gorilla. Cura la mostra Giuseppe Appella.

2001, 16 ottobre - Zagabria, Istituto Italiano di Cultura.
Espone opere recenti su carta che ripercorrono gli anni trascorsi a Zagabria.

2002 - Bengasi (Libia).
Espone un'opera al Consolato Generale.

2003 - Copertino (LE), Castello (Museo della Sovrintendenza della Puglia).
Espone San Giuseppe da Copertino nostro contemporaneo. La mostra è curata da Carlo Chenis e Mariano Apa e nel 2004 trasferita ad Assisi e Osimo.

Luigi Teodosi vive e lavora a Jesi.
 
 
Collage (1984), cm 35x25

Note critiche

"I suoi quadri, in chiave astratta, sono ispirati a paesaggi, a ricordi di viaggio, ma si tratta di pure coincidenze, a posteriori, con immagini naturali già filtratissime ed elaborate dalla coscienza, definite, infatti, dal pittore, con il solo, rigoroso termine di 'studi'. Teodosi è padrone di un linguaggio aggiornato e personale, di una tecnica raffinata che mette in risalto la sua tavolozza ricca di preziosi rossi, di gialli sulfurei, di neri lucenti.
Klee è il maestro al quale Teodosi ha più guardato e dal quale egli certo deriva la particolare nota surreale, gli schemi cubisti applicati scenograficamente e, soprattutto, quella concentrata interiorità di immagini emblematiche, di segni allusivi che lo rende immune da abbandoni romantici o da eccessive sperimentazioni materiche".
[LORENZA TRUCCHI, Mostre d'arte a Roma, «La Fiera Letteraria» n° 28, 13 luglio 1958]

"Sabbie, vecchie case ammucchiate arrugginite abbandonate, terra calpestata consumata dei cortili deserti della periferia, oggetti logorati che odorano di marciume. L'interesse è puntato sulla terra (sotto i piedi) dove trova un microcosmo e una realtà spirituale; ascolta il respiro della vita, la durata, la trasformazione. Il dramma di chi lo abita è lo stesso dramma di una ferita violenta, impotente dove gli squarci passanti sono gli unici elementi che lo riconducono alla speranza".
[KATARINA AMBROZIC, Moja Zemlja, «Novine», 6 aprile 1960]
 
 
Collage (1984), cm 35x25
"Teodosi ha proseguito isolatamente un metodo di ricerca pittorica in cui le stratificazioni della materia usata - spesso la carta - rinviano inevitabilmente in altre sovrapposizioni, nella memoria, nei livelli distinti e sovrapponibili di coscienza e inconscio. Il gesto di Teodosi su una superficie preparata è uno strappo: la causalità dell'immagine che ne deriva è una quasi-immagine affiorante incidentalmente e parimenti costruita. Lo spazio, anche nelle quattro opere qui esposte, è geometricamente, ma non in rigida rettangolarità, bipartito in due riquadri senza margini che lasciano modo al supporto cartaceo di manifestarsi. La composizione pittorica del piano appare, a prima vista, come speculare di quella superiore; in realtà la linea che bipartisce il campo visivo è una demarcazione molto più perentoria di quanto in un primo momento si possa leggere. Le forme della superficie inferiore, infatti, sono programmazioni disarticolate, hanno comunque esiti diversi rispetto a quelle superiori che apparentemente le hanno originate. . L'artista si appropria della memoria storica degli oggetti, quella che ne contiene anche il 'negativo', e la restituisce sotto forma di ironia. Così in ogni quadro come in ogni opera su carta di Teodosi c'è sempre una presenza, un segno, una pennellata, una traccia di materia tralignante rispetto alla costruzione studiata, cercata, voluta: è la presenza evocante l'istinto, l'irrazionale, l'inconscio che inevitabilmente sbilancia la composizione ma che, nello stesso tempo, la rende piena di suggestioni emozionali".
[GIOVANNA BONASEGALE PITTEI (a cura di), In chartis, 1985]

"Nelle ultime ricerche di Teodosi si è accentuata la caratteristica materia nel senso di un approfondimento per imprimitura: sabbia e acrilico vengono assorbite e schiacciate e lasciate poi crescere come emulsione dalla superficie saporosa della carta-pittura. Si costituiscono così delle aniconiche figure: impronte della coscienza, di esistenze che sono vissute e che vivono nel campo magnetico della memoria, che rimandano ad ancestrali omini preistorici da pittura sahariana, che rimandano al grande occhio della Dea Bianca.
Il mondo poetico di Teodosi è un viaggiare per una geografia intrisa di lacrime e sangue, di dolcezza e avventure di pensiero e della parola. Architetto della memoria, sapiente della impaginazione nella composizione, Teodosi costruisce l'immagine della pittura che pulsa e cresce come febbricitante calura di acceso colore, di assorbito suono, di luoghi e spazi di una temporalità che è il tempo del flusso di coscienza in questa Europa che si riflette nel microcosmo della piazza al borgo antico delle Marche. Come Teodosi compie i suoi viaggi nella verità della storia e nella memoria della sua coscienza, la sua pittura è il suono ed è il colore di questa nostra contemporanea storia e del nostro contemporaneo tempo".
[MARIANO APA (a cura di), La soglia. Artisti a Fossato di Vico, Electa Editori Umbri, 1993]
 
 
Collage (1984), cm 17x17
"Teodosi prende coscienza lentamente della potenza evocatrice delle immagini sui muri slabbrati, della loro ossessiva interna crescita e vi rintraccia una serie di icone di ricordi dell'adolescenza, i muri tra i quali ha vissuto i mesi di guerra, in una sorta di clausura e di cancellazione degli amici, della scuola, della vita . Rappresentare, dunque, è stimolare una raffigurazione, proiettare la propria storia, alludere, attraverso la forma e la presenza determinante della materia, al dramma dell'esistenza, al problema dello stare al mondo?
La scoperta del quadro, della parete come luogo di proiezione dell'inconscio, è anche il recupero di frammenti di una identità cancellata che l'installazione Gorilla gorilla vuole utilizzare come sistema di richiami, di disponibilità ad attribuire continuamente valori umani alla vita, ai rapporti con le persone e con le cose. Sfuggendo all'ossessione della solitudine e all'evidenza della morte".
[GIUSEPPE APPELLA (a cura di), Luigi Teodosi, Edizioni della Cometa, 2001]
 
 
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