Comune di Macerata


Consiglio, autobus a chiamata e istituto Bramante

COMUNICATO STAMPA N.1 mercoledì 17 gennaio 2007
OGGETTO: Consiglio, autobus a chiamata e istituto Bramante

Seconda assise consiliare dedicata ieri alla discussione di ordini del giorno relativi anche a tematiche di carattere nazionale o europeo. Tra gli argomenti "locali", il servizio di autobus a chiamata e l'Istituto per geometri Bramante.
Autobus a chiamata, no all'ordine del giorno. Sopprimere il servizio a chiamata e ripristinare la classica metodologia ad orari fissi nei giorni festivi, è stato l'invito rivolto da An all'amministrazione. Ma l'ordine del giorno è stato respinto con i 13 voti contrari provenienti dai banchi della maggioranza, sette favorevoli (An, FI, Cdu, Giovanni Meriggi del Gruppo misto e Arrigo Antolini di Uniti per Macerata), e un'astensione (Maurizio Mosca di Città viva). L'atto è stato discusso nonostante la richiesta dell'assessore Raffaele Delle Fave di attendere le risultanze del cda dell'Apm che a breve dovrà valutare i risultati del periodo di sperimentazione del servizio per poi riferire all'amministrazione comunale. L'assessore ha anche riconosciuto le lamentale provenienti dagli utenti e relative al servizio. Pur prendendo atto delle dichiarazioni dell'assessore, Pierfrancesco Tasso, che ha presentato l'atto, ha preferito proseguire il dibattito. Per Meriggi l'argomentazione "faremo le verifiche" dell'assessore è "un disco già sentito". Da parte sua Luciano Pantanetti di Rifondazione comunista ha colto l'occasione per affermare che tali tematiche, qualora venisse approvato il decreto legge Lanzillotta (vedi punto relativo a Liberalizzazione dei servizi pubblici locali), non potrebbe essere discusso perché non più di competenza di una assise consiliare.
Istituto Bramante, Consiglio chiede rinvio. E' stato approvato un ordine del giorno che chiede agli organi competenti della Regione "di rinviare le decisioni sulla programmazione della rete delle istituzioni scolastiche della Provincia di Macerata all'anno scolastico 2008-09, quando saranno chiarite dal Governo centrale le linee direttrici della nuova riforma, onde evitare di correggere successivamente decisioni intempestive già assunte". Il tema riguarda l'istituzione all'istituto tecnico di Civitanova di un indirizzo per geometri. Tale misura, prevista nel piano provinciale, metterebbe in difficoltà l'istituto tecnico per geometri Bramante di Macerata, che conta 610 studenti, riducendo - come ha dichiarato il presentatore, Ivano Tacconi - le "iscrizioni degli alunni e i posti di lavoro nella comunità locale". Da parte sua l'assessora Federica Carosi, ha ricordato che "a suo tempo il sindaco Giorgio Meschini aveva chiesto il rinvio per approfondire la riflessione sul dimensionamento scolastico della Provincia di Macerata in relazione alla riforma della legge Moratti allo studio da parte del Governo". Il documento è stato approvato con 22 voti favorevoli, 1 contrario (Alessandro Savi dei Comunisti italiani) e 5 astenuti (Rc, Borgiani dei Ci e Maurizio Mosca di Città viva). Tra i favorevoli al rinvio, una maggioranza trasversale, da Deborah Pantana (FI), a Arrigo Antolini ("come è possibile istituire una nuova scuola a pochi chilometri da un istituto che vanta una tradizione decennale"), a Marco Blunno. Perplesso Luciano Borgiani (Ci): "la questione non deve essere affrontata con una visione campanilistica ma su un piano territoriale provinciale visto che il tema del dimensionamento scolastico è appunto di ambito provinciale e regionale". Da parte sua Romano Carancini (Ds) ha sottolineato che l'atto approvato non rappresenta alcuna bocciatura della Provincia "ma solo una proposta di riflessione anche alla luce di possibili interventi sulla politica scolastica da parte del Governo centrale".
Liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Aprire al mercato i servizi pubblici locali, escluso quello idrico, con l'obbligo di gara per i servizi. Luciano Pantanetti (Rc) ha lanciato l'allarme sui rischi insiti nel disegno di legge Lanzillotta, dal nome del ministro proponente, invitando alla sospensione del disegno di legge "per la svendita di servizi pubblici strategici e l'esautoramento di fatto degli enti pubblici locali dalla responsabilità rispetto a tali servizi". L'ordine del giorno, presentato da Rifondazione, è stato però respinto con 8 voti contrari (FI, An, Gruppo misto, Uniti per Macerata e Udc), 12 astenuti, Margherita e Ds e 6 voti favorevoli: Rc, CI e Mosca di Città viva). Per il capogruppo Ds Carancini, che ha chiesto il ritiro dell'atto di Rifondazione e la sua ripresentazione al momento della discussione del disegno di legge definitivo, il documento è stato in realtà ampiamente rivisto nel corso del recente summit di Caserta e criticare le liberalizzazioni a priori è sbagliato e riduttivo. Da parte sua Meriggi (Gruppo misto) ha definito l'ordine del giorno "frutto di una visione arretrata del mercato, precedente al crollo del muro di Berlino". "Prematuro criticare un testo ancora non definitivo", per Angelo Sciapichetti della Margherita.
Contro la "legalizzazione delle droghe leggere", respinto odg. Bocciato con 9 voti favorevoli, 17 contrari e 1 astenuto (Romano Mari della Margherita), un documento presentato da FI, An, Uniti per Macerata e Gruppo misto contro il provvedimento del ministro Livia Turco sull'aumento del quantitativo di cannabis da considerarsi per uso personale. Contro l'ordine del giorno, presentato da Deborah Pantana (FI), si è espresso, tra gli altri, Alessandro Savi (Ci): "Invece di tagliare i fondi, come ha fatto il precedente governo, bisognerebbe insistere sulla prevenzione mettendo a disposizione più risorse per i Comuni". Da parte sua Riccardo Sacchi (An) respinge la distinzione tra droghe leggere e pesanti: "per me tali distinzioni non hanno senso e poi guardiamo ai risultati - disastrosi - ottenuti in Paesi come Svizzera e Olanda ove sono stati attuati ampi processi di liberalizzazione delle droghe". Andrea Netti (Ds) ha infine attaccato l'equiparazione svolta nella legge Fini-Giovanardi: "finalmente un argomento che distingue una politica di destra, repressiva, da una di sinistra, per l'assistenza".
Progetto Europa per una politica comunitaria più vicina ai cittadini. E' stato approvato - 16 i voti favorevoli, le minoranze più la Margherita, 5 i contrari, Rifondazione, Sdi e Comunisti italiani e 7 astenuti, Ds, Maulo e Meriggi - anche un ordine del giorno presentato da Marco Blunno (Margherita) di matrice europeista che, in vista del 50° anniversario dei trattati di Roma, richiede all'Unione europea una maggiore attenzione ai problemi che stanno più a cuore ai cittadini come l'occupazione, lo sviluppo urbano e rurale, la sicurezza, la tutela dell'ambiente e così via. L'atto è stato emendato con un richiamo al riconoscimento delle "comuni radici cristiane nell'unione tra le Nazioni europee", formulato da Ivano Tacconi (Cdu). Gian Mario Maulo, che si è espresso in veste di consigliere di Città dell'uomo - repubblicani europei, si è dichiarato contrario all'emendamento: "le radici cristiane evocano anche le guerre di religione e a mio giudizio rappresentano un'etichetta solo formale".
 
 
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