"Il fine di una moderna assistenza perinatale è quello di ottenere una mamma ed un bambino in perfetta salute con il livello di cure più basso compatibile con la sicurezza" (OMS 1996). L'alto livello tecnologico raggiunto e per contro la richiesta crescente di umanizzazione della nascita, rendono necessario il convergere di queste due esigenze "umanizzazione e sicurezza": uno degli strumenti indispensabili a tal fine risulta essere la continuità dell'assistenza.
Il Progetto Obiettivo Materno Infantile (POMI) adottato con Decreto Ministeriale 24 aprile 2000 (259 KB), mira alla realizzazione di questo, attraverso un sistema assistenziale fortemente integrato (integrazione funzionale e cooperazione tra i vari livelli istituzionali, in ospedale come sul territorio, in ambito sanitario e sociosanitario).
Obiettivo del progetto è promuovere unità, efficienza e coerenza negli interventi dell'area materno-infantile, sinergizzando le attività delle strutture territoriali con quelle ospedaliere e valorizzando le interdipendenze esistenti fra le strutture operative. Nel POMI il Consultorio familiare è indicato come un importante strumento, all'interno del Distretto, utile ad attuare gli interventi previsti a tutela della salute della donna, anche ed in particolare nel percorso nascita nelle sue varie fasi: la fase preconcezionale, della gravidanza e del puerperio.
La durata della gravidanza viene calcolata in settimane a partire dalla data dell'ultima mestruazione: è importante conoscere con certezza questa data per risalire alla settimana di gravidanza.
Si definisce gravidanza:
Modificazioni del corpo materno
Lo sviluppo del feto e dell'utero, la formazione della placenta, del liquido amniotico e delle membrane, il fatto che i tessuti trattengano una maggiore quantità di liquidi ed il deposito di una certa quantità di tessuto adiposo, comporta un costante e graduale aumento di peso che, nella norma, deve essere contenuto tra i 9 ed i 12 Kg. Le mammelle aumentano di volume, le areole ed i capezzoli tendono a scurirsi e può iniziare una lieve secrezione liquida. Verso la fine della gravidanza compare il «colostro», un liquido che sarà prodotto fino a qualche giorno dopo il parto e che sarà il primo «alimento» del bambino, prima della montata lattea.
L 'aumento di peso e di volume dell'utero provoca una serie di modificazioni nella distribuzione del peso e dell'equilibrio della gestante che è indotta ad arcuare la parte inferiore della schiena. Di conseguenza si possono avvertire dolori soprattutto in zona lombare e sacrale (lombosciatalgia). Sono da evitare le calzature con il tacco alto. Nella parte finale della gravidanza l'aumento del peso corporeo si farà sentire con un maggiore affaticamento e potranno comparire gonfiori alle caviglie. Durante questo periodo il riposo è determinante per alleviare questi disturbi. I movimenti del feto, già evidenziati dal 4° -5° mese, saranno più evidenti nell'ultimo trimestre.
Norme igieniche in gravidanza
Un corretto aumento di peso in gravidanza è mediamente sui 9- 12 Kg e deve avvenire con gradualità.
Non è vero che in gravidanza occorre mangiare per due: un eccessivo aumento di peso può creare problemi sia durante la gestazione che al momento del parto. Si suggerisce di condurre un normale regime alimentare, impostato su una dieta semplice, varia, equilibrata, con pochi grassi (assunzione variata di carne, pesce, legumi, uova, verdure a foglia larga, frutta, cereali, ecc.) È consentito anche qualche mezzo bicchiere di vino ai pasti.
È opportuno evitare cene troppo abbondanti, cibi troppo elaborati, fritti e grassi. Una dieta troppo ricca di carboidrati (zuccheri, pane, pasta, ecc.) può favorire, in soggetti già predisposti, l'insorgenza del diabete.
Igiene personale
Psicoprofilassi al parto
Costituisce un valido aiuto per ridurre le situazioni di ansietà ed essere più serene e preparate ad accogliere la nuova vita. Partendo dalla conoscenza di tutte le risorse del nostro organismo, il corso insegna come utilizzarle al meglio per rendere meno faticoso e quindi meno doloroso l'evento del parto. Insegna tecniche di rilassamento, di autocontrollo, di respirazione e tecniche per aiutare le spinte, ecc. Il corso più utilizzato è quello con il metodo R.A.T. (Training Autogeno Respiratorio). Il metodo non cancella la sensazione dolorosa legata alle contrazioni uterine, ma la riduce ed aiuta la donna ad essere protagonista della nascita ed a partorire con più serenità.
Parto
Nel periodo che precede il parto la donna accusa, più frequentemente di sera, dolori di lieve entità localizzati prevalentemente al basso addome ed ai lombi, alcuni frequenti, altri radi, di durata di pochi secondi. Questo periodo può durare parecchi giorni e, a mano a mano che il tempo passa, aumentano le contrazioni dell'utero, che crescono di intensità (la donna si accorge che il ventre indurisce tutto con una sensazione dolorosa che dura pochi secondi). Negli ultimi 15 giorni la donna avverte che il fondo dell'utero si abbassa, il respiro si fa più libero, riesce a digerire meglio; contemporaneamente avverte un maggior peso in basso con un più frequente bisogno di urinare. In tale periodo va mantenuto uno stato di tranquillità e serenità; il parto non è ancora prossimo. Il parto, di norma, avviene dopo 40 settimane di gravidanza. L 'avvicinarsi del momento sarà dato da segni premonitori ben precisi:
Questi sono i sintomi del «travaglio» e a questo punto è opportuno che la donna si ricoveri per partorire. Durante il travaglio di parto l'ostetrica si prende cura della madre e del bambino ascoltando regolarmente i suoi battiti cardiaci. Le contrazioni diventano via via più frequenti e quando il collo dell'utero (canale del parto) è completamente aperto (pronto), la donna avverte il bisogno di spingere. Normalmente il bambino viene alla luce dopo tre-cinque spinte valide. Dopo la nascita il cordone ombelicale viene pinzato e tagliato. Dopo 10-15 minuti viene espulsa la placenta. La nascita è ormai avvenuta ed il nuovo nato è qui; in questo tempo è stato pesato, misurato, lavato, vestito e messo nelle braccia della madre.
La durata della gravidanza viene calcolata in settimane a partire dalla data dell'ultima mestruazione: è importante conoscere con certezza questa data per risalire alla settimana di gravidanza.
Si definisce gravidanza:
Modificazioni del corpo materno
Lo sviluppo del feto e dell'utero, la formazione della placenta, del liquido amniotico e delle membrane, il fatto che i tessuti trattengano una maggiore quantità di liquidi ed il deposito di una certa quantità di tessuto adiposo, comporta un costante e graduale aumento di peso che, nella norma, deve essere contenuto tra i 9 ed i 12 Kg. Le mammelle aumentano di volume, le areole ed i capezzoli tendono a scurirsi e può iniziare una lieve secrezione liquida. Verso la fine della gravidanza compare il «colostro», un liquido che sarà prodotto fino a qualche giorno dopo il parto e che sarà il primo «alimento» del bambino, prima della montata lattea. L 'aumento di peso e di volume dell'utero provoca una serie di modificazioni nella distribuzione del peso e dell'equilibrio della gestante che è indotta ad arcuare la parte inferiore della schiena. Di conseguenza si possono avvertire dolori soprattutto in zona lombare e sacrale (lombosciatalgia). Sono da evitare le calzature con il tacco alto. Nella parte finale della gravidanza l'aumento del peso corporeo si farà sentire con un maggiore affaticamento e potranno comparire gonfiori alle caviglie. Durante questo periodo il riposo è determinante per alleviare questi disturbi.
I movimenti del feto, già evidenziati dal 4° -5° mese, saranno più evidenti nell'ultimo trimestre.
Norme igieniche in gravidanza
Un corretto aumento di peso in gravidanza è mediamente sui 9- 12 Kg e deve avvenire con gradualità.
Non è vero che in gravidanza occorre mangiare per due: un eccessivo aumento di peso può creare problemi sia durante la gestazione che al momento del parto. Si suggerisce di condurre un normale regime alimentare, impostato su una dieta semplice, varia, equilibrata, con pochi grassi (assunzione variata di carne, pesce, legumi, uova, verdure a foglia larga, frutta, cereali, ecc.)
È consentito anche qualche mezzo bicchiere di vino ai pasti.
È opportuno evitare cene troppo abbondanti, cibi troppo elaborati, fritti e grassi. Una dieta troppo ricca di carboidrati (zuccheri, pane, pasta, ecc.) può favorire, in soggetti già predisposti, l'insorgenza del diabete.
Igiene personale
Psicoprofilassi al parto
Costituisce un valido aiuto per ridurre le situazioni di ansietà ed essere più serene e preparate ad accogliere la nuova vita. Partendo dalla conoscenza di tutte le risorse del nostro organismo, il corso insegna come utilizzarle al meglio per rendere meno faticoso e quindi meno doloroso l'evento del parto. Insegna tecniche di rilassamento, di autocontrollo, di respirazione e tecniche per aiutare le spinte, ecc. Il corso più utilizzato è quello con il metodo R.A.T. (Training Autogeno Respiratorio). Il metodo non cancella la sensazione dolorosa legata alle contrazioni uterine, ma la riduce ed aiuta la donna ad essere protagonista della nascita ed a partorire con più serenità.
Parto
Nel periodo che precede il parto la donna accusa, più frequentemente di sera, dolori di lieve entità localizzati prevalentemente al basso addome ed ai lombi, alcuni frequenti, altri radi, di durata di pochi secondi.
Questo periodo può durare parecchi giorni e, a mano a mano che il tempo passa, aumentano le contrazioni dell'utero, che crescono di intensità (la donna si accorge che il ventre indurisce tutto con una sensazione dolorosa che dura pochi secondi).
Negli ultimi 15 giorni la donna avverte che il fondo dell'utero si abbassa, il respiro si fa più libero, riesce a digerire meglio; contemporaneamente avverte un maggior peso in basso con un più frequente bisogno di urinare. In tale periodo va mantenuto uno stato di tranquillità e serenità; il parto non è ancora prossimo. Il parto, di norma, avviene dopo 40 settimane di gravidanza.
L 'avvicinarsi del momento sarà dato da segni premonitori ben precisi:
Questi sono i sintomi del «travaglio» e a questo punto è opportuno che la donna si ricoveri per partorire. Durante il travaglio di parto l'ostetrica si prende cura della madre e del bambino ascoltando regolarmente i suoi battiti cardiaci. Le contrazioni diventano via via più frequenti e quando il collo dell'utero (canale del parto) è completamente aperto (pronto), la donna avverte il bisogno di spingere. Normalmente il bambino viene alla luce dopo tre-cinque spinte valide. Dopo la nascita il cordone ombelicale viene pinzato e tagliato. Dopo 10-15 minuti viene espulsa la placenta. La nascita è ormai avvenuta ed il nuovo nato è qui; in questo tempo è stato pesato, misurato, lavato, vestito e messo nelle braccia della madre.
Il Certificato di Assistenza al Parto (CedAP) fornisce informazioni di carattere sanitario, epidemiologico e socio-demografico attraverso la rilevazione degli eventi di nascita, di nati-mortalità e di nati affetti da malformazioni, dati rilevanti ai fini della sanità pubblica, necessari per la programmazione sanitaria nazionale e regionale.
A livello nazionale, i criteri generali sono dettati dal Ministero della Salute con Decreto 16 luglio 2001 n. 349 e le modalità di attuazione sono indicate dalla Circolare ministeriale n. 15 del 19/12/2001 del Ministero della Salute. Il certificato viene redatto, non oltre il decimo giorno dalla nascita, a cura dell'ostetrica/o o del medico che ha assistito il parto o del medico responsabile dell'unità operativa in cui è avvenuta la nascita. Nel caso di nati morti e/o in presenza di malformazioni del feto, nel certificato sono rilevate specifiche informazioni a cura del medico accertatore. L'originale del certificato viene conservato presso la Direzione sanitaria degli Istituti di cura pubblici e privati in cui è avvenuto il parto. Nei casi di nascita avvenuta a domicilio o in struttura diversa da istituto di cura pubblico o privato, il certificato deve essere consegnato dall'ostetrica/o o dal medico che ha assistito il parto alla Azienda sanitaria di evento, non oltre il decimo giorno dall'evento.
Le Aziende sanitarie ricevono anche i dati relativi agli eventi di nascita che hanno luogo presso gli ospedali a gestione diretta, classificati e gli istituti di ricovero privati. I certificati relativi agli eventi di nascita che hanno luogo presso le Aziende Ospedaliere, gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico ed i Policlinici universitari, sono invece trasmessi da queste strutture direttamente alle Regioni.
Le Regioni trasmettono i dati semestralmente al Ministero della Salute - Direzione Generale del Sistema Informativo, Ufficio di Direzione Statistica, secondo le seguenti tempistiche:
Il D.M. 349/2001 prevede inoltre che il Ministero della Salute trasmetta annualmente all'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), copia dell'archivio nazionale privo degli elementi identificativi diretti.
Il gruppo di monitoraggio congiunto Ministero della Salute - ISTAT - Regioni ha il compito di verificare periodicamente le problematiche della rilevazione, sia in termini di contenuto sia in termini di modalità di raccolta e trasmissione dei dati a livello nazionale.
Prima di fare un figlio è importante che i futuri genitori pensino un poco alla propria salute e a quella del bambino che desiderano. Oggi è possibile conoscere in anticipo, e quindi prevenire, molti dei fattori di rischio che potrebbero poi complicare la gravidanza o rappresentare un rischio per la salute del bambino. Prima di tutto occorre rendersi conto che una gravidanza desiderata e programmata ha meno problemi per la futura mamma e per il futuro bambino.Quindi rendersi conto che lo sviluppo del futuro bambino comincia con il concepimento, che il giorno del concepimento è imprevedibile e che il periodo più critico per la salute dell'embrione e il benessere del futuro bambino è proprio quando la futura mamma non sa ancora di essere incinta. Ne deriva che l'atteggiamento di chi desidera una gravidanza deve essere del tutto identico a quello di una donna che è già in gravidanza, in particolare per gli stili di vita. Convincersi che uno stile di vita corretto, basato su:
- non fumare,
- non bere bevande alcoliche,
- non usare sostanze stupefacenti,
- non assumere farmaci se non strettamente necessari,
- seguire un'alimentazione ricca di frutta e verdura e povera di grassi,
- fare un adeguato esercizio fisico,
sono tutti elementi importanti per mantenere ognuno di noi in buona salute, ma ... in previsione di una gravidanza diventano assolutamente basilari e imprescindibili per prevenire alcuni possibili problemi alla futura mamma e al suo bambino.
Recarsi dal proprio medico di fiducia e con lui valutare:
Quindi è opportuno affrontare con il proprio medico di fiducia alcuni argomenti che riguardano indistintamente tutte le donne:
Infine, ultima regola da seguire è andare dal proprio ginecologo di fiducia non appena la futura mamma sa di essere incinta.
Se il bambino non arriva
È normale che passino alcuni mesi prima di riuscire a concepire un figlio. Infatti i giorni fecondi, cioè i giorni in cui la donna può rimanere incinta, sono solo due o tre al mese. Se in una coppia che ha normali rapporti sessuali, la gravidanza non si verifica entro sei mesi - un anno, può essere utile rivolgersi al ginecologo: spesso per risolvere il problema sono sufficienti alcuni consigli per individuare il periodo fecondo, oppure una semplice terapia, sia per l'uomo che per la donna, dopo alcuni esami.
Nella stragrande maggioranza dei casi la gravidanza è un evento fisiologico, che in quanto tale non richiede necessariamente interferenze mediche. Il ruolo degli operatori sanitari è primariamente di sorveglianza, finalizzato a verificare che l'evoluzione del processo si mantenga nell'ambito della fisiologia. Le coppie che desiderano avere un bambino e le donne in stato di gravidanza hanno diritto ad eseguire gratuitamente, senza partecipazione alla spesa (ticket) alcune prestazioni specialistiche e diagnostiche, utili per tutelare la loro salute e quella del nascituro. L'elenco di tali prestazioni è contenuto nel D.M. del 10 Settembre 2008 (139 KB).
In particolare, il Decreto prevede che siano erogate gratuitamente:
Su indicazione del medico possono essere prescritti altri esami di laboratorio o strumentali.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità OMS ha individuato nel miglioramento della qualità della vita della madre e del bambino uno degli obiettivi sanitari prioritari a livello mondiale. Lo stato di salute e di nutrizione della mamma e del bambino sono intimamente legati, poiché essi formano una sola unità sociale e biologica.
La
promozione dell'allattamento al seno
, (auspicata dagli Organismi internazionali, dal Ministero della Sanità e dalle Società scientifiche), riconosce nella corretta informazione in alcuni momenti prenatali e neonatali un'importanza fondamentale nell'offrire alla madre ed al neonato condizioni più favorevoli al successo-soddisfacimento dell'allattamento naturale. Pediatri e nutrizionisti sono d'accordo nel definire che il latte materno rappresenti il miglior alimento per i neonati, in quanto è in grado di fornire tutti i nutrienti di cui hanno bisogno nella prima fase della loro vita, come per esempio certi acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro assimilabile. Inoltre, contiene sostanze bioattive e immunologiche che non si trovano nei sostituti artificiali e che invece sono fondamentali sia per proteggere il bambino da eventuali infezioni batteriche e virali, sia per favorire lo sviluppo intestinale. Gli esperti definiscono il latte materno specie specifico, cioè un alimento biologicamente adatto per l'essere umano. E' sempre pronto, sempre fresco, sempre caldo. Inoltre per meglio adeguarsi alle necessità di crescita del neonato, non ha mai la stessa composizione. Questo infatti modifica nel tempo la sua formula, rendendola ancora più unica e inimitabile. È per questo che tutti i bambini dovrebbero essere esclusivamente allattati al seno per i primi sei mesi di vita (26 settimane). Secondo le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, dell'Unicef e dell'Unione Europea, recepite anche dal nostro Ministero della Salute, l'allattamento al seno dovrebbe poi continuare per due anni e oltre, secondo il desiderio della mamma e del bambino.
Secondo la definizione dell'Oms, l'allattamento può essere:
- allattamento al seno esclusivo: solo latte materno
- allattamento al seno predominante: latte materno + liquidi non nutritivi
- allattamento complementare: latte materno + latte di formula.
Per favorire l'allattamento, i neonatologi consigliano di attaccare il bambino al seno subito dopo il parto, facendo in modo che si instauri con la mamma il cosiddetto contatto "pelle-a-pelle". Si è visto che già nelle primissime ore di vita, il piccolo è in grado di trovare da solo il seno materno e di succhiare. Inoltre il corpo della madre aiuta il bambino a mantenere una temperatura adeguata (molto importante per bambini molto piccoli o nati pretermine, ma anche per i bimbi sani nati a termine) e il bambino ne risente in modo positivo. Nei primi giorni di vita, in attesa che arrivi la montata lattea, il bambino succhia il colostro, un liquido denso e giallognolo, ricco di sostanze nutritive. Rispetto al latte vero e proprio, risulta molto più ricco di proteine, di sali minerali e meno carico di zuccheri e di grassi. La ragione deriva dalla disidratazione a cu il bimbo andrà incontro e durante la quale avrà bisogno di parecchi sali minerali. In questo modo le proteine contenute nel colostro gli forniscono particolari anticorpi (ad esempio le immunoglobuline A o IgA), sostanze di difesa che vanno a rivestire le pareti intestinali proteggendolo sia dall'aggressione di germi e virus sia dalla penetrazione di sostanze estranee che potrebbero far scatenare reazioni allergiche.Verso il terzo giorno il colostro cambia aspetto: schiarisce e diventa grasso e cremoso. È il cosiddetto "latte di transizione", il quale serve ad abituare gradualmente il piccolo al latte definitivo che verrà di lì a poco. La sua composizione si trasforma. Pian piano diminuiscono le proteine mentre aumenta il contenuto degli zuccheri, indispensabili per la crescita dei tessuti cerebrali, e di grassi che apportano energia. Nel giro di una decina di giorni il seno materno produrrà finalmente latte maturo: fluido, di colore quasi azzurrognolo e dal sapore piuttosto dolce. Questo offre al piccolo tutto il nutrimento di cui ha bisogno e nel modo più equilibrato.
Raccomandazioni importanti sono:
È ormai noto a livello internazionale che l'allattamento al seno ha per il bambino i seguenti vantaggi:
Anche per la madre l'allattamento al seno ha delle ricadute positive:
Alcuni studi, inoltre, hanno ipotizzato che il latte materno possa contribuire anche a ridurre il rischio di numerose patologie, come il cancro dell'ovaio e l'osteoporosi.
Alla luce delle conoscenze attuali, le condizioni in cui l'allattamento al seno è sconsigliato sono piuttosto limitate. Oltre al caso in cui venga diagnosticata al bambino la galattosemia, una rara malattia metabolica, l'allattamento non dovrebbe avvenire quando nella madre è presente almeno una delle seguenti condizioni:
Nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni del 20.12.2007 si è sancito un Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano sulla divulgazione di " Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promozione ed il sostegno dell'allattamento al seno".
..Quando la mamma vuole rimanere segreta..
La nascita di un bambino è un evento straordinario nella vita di una donna, che incide profondamente nella sua vita concreta, emotiva, relazionale. Non tutte le donne riescono ad accogliere la loro maternità, per una complessità di motivazioni che occorre ascoltare, comprendere e riconoscere. Durante la gravidanza, specie in situazioni di difficoltà di varia natura della madre a rispondere adeguatamente ai bisogni del bambino, è indispensabile che la donna sia seguita in maniera qualificata, per la tutela sua e del nascituro, in modo da evitare decisioni affrettate e spesso drammatiche, al momento del parto. Occorre sostenere, accompagnare, informare le donne, affinché le loro scelte siano libere e consapevolmente responsabili. E' fondamentale la relazione della comunicazione con la donna. In ospedale, al momento del parto, serve garantire la massima riservatezza, senza giudizi colpevolizzanti ma con interventi adeguati ed efficaci, per assicurare - anche dopo la dimissione - che il parto resti in anonimato. La donna che non riconosce e il neonato sono i due soggetti che la legge deve tutelare, intesi come persone distinte, ognuno con specifici diritti. La legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell'Ospedale dove è nato ( DPR 396/2000, art. 30, comma 2 (13 KB)) affinché sia assicurata l'assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell'atto di nascita del bambino viene scritto "nato da donna che non consente di essere nominata".
Difficoltà materna e servizi disponibili
Molte Regioni ed in particolare alcune città italiane, per prevenire il fenomeno dell'abbandono traumatico del neonato, hanno promosso campagne informative in proposito, potenziando i servizi a tutela della donna in difficoltà e orientando gli ospedali più specializzati a seguire il parto in anonimato. Tempestive e adeguate informazioni alla donna in gravidanza e interventi concreti in suo aiuto, di tipo sociale, economico e psicologico, permettono di garantire il diritto alla salute della gestante e del nascituro, un parto protetto nella struttura ospedaliera e la possibilità di esercitare una libera, cosciente e responsabile scelta da parte della donna, se riconoscere o meno il bambino. L'ospedale presso il quale avviene la nascita deve dunque assicurare alla madre e al neonato la piena attuazione dei diritti sopra evidenziati, tramite i suoi operatori sanitari, socio-assistenziali e amministrativi, nella specificità delle loro professioni e competenze e nella interazione con le altre istituzioni demandate a tale tutela.
Disposizioni di legge
Il nostro ordinamento giuridico garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile e la tutela della maternità. Chi nasce è riconosciuto dalla nostra legge come "persona", cui è attribuita la capacità giuridica, cioè la titolarità di diritti, anzitutto come ad ogni essere umano i diritti inviolabili della persona, il diritto all'identificazione, al nome, alla cittadinanza, alla certezza di uno status di filiazione, alla educazione e alla crescita in famiglia. Al neonato non riconosciuto devono essere assicurati specifici interventi, secondo precisi obblighi normativi, per garantirgli la dovuta protezione, nell'attuazione dei suoi diritti fondamentali. La dichiarazione di nascita resa entro i termini massimi di 10 giorni dalla nascita, permette la formazione dell'atto di nascita, e quindi l'identità anagrafica, l'acquisizione del nome e la cittadinanza. Se la madre vuole restare nell'anonimato la dichiarazione di nascita è fatta dal medico o dall'ostetrica - "La dichiarazione di nascita è resa da uno dei genitori, da un procuratore speciale, ovvero dal medico o dalla ostetrica o da altra persona che ha assistito al parto, rispettando l'eventuale volontà della madre di non essere nominata" (DPR 396/2000, art. 30, comma 1 (13 KB))
L'adozione del bambino non riconosciuto
L'immediata segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni della situazione di abbandono del neonato non riconosciuto, permette l'apertura di un procedimento di adottabilità e la sollecita individuazione di un'idonea coppia adottante. Il neonato vede così garantito il diritto a crescere ed essere educato in famiglia e assume lo status di figlio legittimo dei genitori che lo hanno adottato. Nella segnalazione e in ogni successiva comunicazione all'autorità giudiziaria devono essere omessi elementi identificativi della madre.
Casi particolari
La madre che ha particolari e gravi motivi che le impediscono di formalizzare il riconoscimento, può chiedere al Tribunale per i Minorenni presso il quale è aperta la procedura per la dichiarazione di adottabilità del neonato, un periodo di tempo per provvedere al riconoscimento. In questi casi la sospensione della procedura di adottabilità può essere concessa per un periodo massimo di due mesi, nel quali la madre deve mantenere con continuità il rapporto con il bambino. Il riconoscimento può essere fatto dal genitore che abbia compiuto 16 anni. Nel caso di madre non ancora sedicenne, impossibilitata quindi al riconoscimento, ma che voglia occuparsi del figlio, la procedura di adottabilità è sospesa anche d'ufficio sino al compimento del 16° anno, purché il minore, adeguatamente accudito, abbia un rapporto continuativo con la madre.
Limiti al diritto di accesso delle informazioni
L'art. 28 della Legge n. 149/2001 (70 KB), aderendo a un obbligo derivante dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989 (art. 7) e della Convenzione de L'Aja sull'adozione internazionale del 1993 (art.30), ha introdotto anche in Italia, dopo molte polemiche, il diritto dell'adottato di accedere, a certe condizioni e con certe procedure, alle informazioni concernenti l'identità dei suoi genitori biologici. Tuttavia, l'accesso a quelle informazioni non è consentito se l'adottato non è stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale. (art. 24 comma 7 legge 2001 n. 149 - L'accesso alle informazioni non è consentito se l'adottato non sia stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale e qualora anche uno solo dei genitori biologici abbia dichiarato di non voler essere nominato, o abbia manifestato il consenso all'adozione a condizione di rimanere anonimo.) Pertanto, il diritto a rimanere una mamma segreta prevale su ogni altra considerazione o richiesta, e ciò deve costituire un ulteriore elemento di sicurezza per quante dovessero decidere, aiutate da un servizio competente ed attento, a partorire nell'anonimato.
I Consultori Familiari sono delle strutture socio - sanitarie, pubbliche o private convenzionate, dell'Azienda Sanitaria Locale nate per rispondere ai vari bisogni della famiglia, della donna, della coppia, dell'infanzia e dell'adolescenza. Le attività e i servizi sono organizzati secondo il lavoro di équipe ove con quest'ultimo termine si intende un gruppo di professionisti specializzati in vari settori che collaborano al fine di aiutare tutti i cittadini a far fronte ai loro bisogni ed a garantire la tutela della salute.
Di cosa si occupa il Consultorio familiare:
- Informazioni e consulenze per la procreazione responsabile;
- Prescrizione contraccettivi orali e applicazione contraccettivi meccanici;
- Consulenza psico-sessuale;
- Informazione per la prevenzione dei rischi genetici e per il controllo della gravidanza a rischio;
- Informazioni sulla sterilità della coppia;
- Procedure per l'interruzione volontaria di gravidanza (I.V.G.), supporto medico e psico-sociale (anche per i minorenni);
- Prevenzione dei tumori della sfera genitale femminile (visite, pap-test, esame del seno e tecniche dell'autoesame);
- Monitoraggio della gravidanza e corsi di preparazione alla nascita;
- Ecografia ostetrico - ginecologica;
- Cardiotocografia;
- Colposcopia;
- Consulenza psicologica con sostegno psico-terapeutico;
- Psico-diagnostica per l'età evolutiva,
- Consulenze sociali
- Procedure per l'espletamento delle pratiche di adozione (nazionali e internazionali)
- Affidamento familiare dei minori;
- Interventi sociali sul territorio per la prevenzione del disagio giovanile, della coppia e della famiglia.
- Sostegno alla genitorialità;
- Mediazione Familiare:
- Prevenzione dei fenomeni di maltrattamento e abuso sessuale a danno dei minori;
- Richiesta dei test HIV secondo le procedure dettate dalle vigenti normative in materia.
Le figure professionali che compongono l'équipe del Consultorio Familiare :
- Ginecologo;
- Ostetrico;
- Infermiere e/o Assistente Sanitario;
- Psicologo;
- Assistente Sociale;
- La
Legge Nazionale N. 405 del 29 Luglio 1975 (90 KB)
istituisce i Consultori Familiari e, all'art. 1, ne individua gli scopi così come di seguito riportato:
Gli scopi del servizio di assistenza alla famiglia e alla maternità:
- l'assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, anche in ordine alla problematica minorile;
- la somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo in ordine alla procreazione responsabile nel rispetto delle convinzioni etiche e dell'integrità fisica degli utenti;
- la tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento;
- la divulgazione di informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza consigliando i metodi ed i farmaci adatti a ciascun caso.
- In Sicilia i Consultori Familiari sono stati istituiti dalla Legge Regionale N. 21 del 24 Luglio 1978.
Le recenti Leggi (tra cui in particolare la L. 10 del 31/07/2003), direttive e circolari assegnano ai Consultori Familiari compiti sempre più incisivi in materia di prevenzione primaria e secondaria. In particolar modo viene dato grande rilievo ai compiti dei Consultori Familiari in materia di sostegno alla genitorialità, mediazione familiare, affidamento familiare ed adozioni nazionali ed internazionali.
- Consultori a Macerata
Come scegliere il corso pre-parto.
L'utero inizia a dilatarsi e la donna avverte una serie di contrazioni che diventano via via più frequenti, intense e lunghe: il bimbo si prepara a nascere... Il corpo della futura mamma reagisce secondo natura: riconosce i segnali che avviano il travaglio e avverte l'impulso di spingere per facilitare la fuoriuscita del piccolo. Ma se la nascita è un evento naturale, perché iscriversi ad un corso di preparazione al parto?
- E' un' occasione di confronto.
Con il trascorrere degli anni è cambiato il modo di vivere la gravidanza e il parto. In passato la donna, vivendo nell'ambito familiare, poteva confrontarsi con altre figure femminili e conoscere fin da piccola, seppure indirettamente, l'esperienza della gravidanza e del parto. Negli anni, però, è andata perduta la comunicazione di questo sapere tra donne: nella famiglia d'oggi, composta solo dalla coppia di coniugi, la donna incinta si ritrova da sola ad affrontare un'esperienza del tutto nuova che la trova impreparata. Per questi motivi è necessario creare occasioni e luoghi d'incontro in cui donne che si avviano a vivere la sconvolgente esperienza del parto possano ritrovarsi insieme e mettere a confronto il proprio vissuto: condividere le proprie paure con qualcuno
- Si impara a rilassarsi.
Da quando il parto non avviene più in casa, è stato, come dicono gli esperti, sempre più medicalizzato: la medicina, cioè, si è impossessata della gravidanza trasformando la donna in una "paziente" e il parto in una "malattia". La donna, dunque, è portata a delegare la nascita del suo bambino al ginecologo, che deciderà che cosa è meglio fare o non fare. In questo modo, però, la futura mamma, evitando di assumere il controllo del proprio corpo, rischia di perdere la capacità di ascoltare ritmi e sensazioni profonde che provengono dal suo interno. Durante il corso pre-parto, i conduttori insegnano alla donna a comprendere l'importanza del rilassamento, ma anche quella della respirazione e della capacità di concentrazione durante il parto. Inoltre, se è organizzato proprio dall'ospedale dove si prevede di partorire, il corso offre alla donna l'opportunità di conoscere gli ambienti nei quali sarà ricoverata e assistita in modo da renderli meno estranei.
Quando iniziare.
Non si può stabilire con precisione quale sia il momento migliore per iniziare un corso di preparazione al parto. In alcuni ospedali o anche nei centri privati gli incontri partono dal sesto mese, in altre dal settimo, in altri ancora il corso comprende soltanto le ultime nove settimane. A prescindere dal metodo, non bisogna dimenticare di prenotare il corso con ampio anticipo: quasi sempre, infatti, è permessa l'iscrizione ad un numero limitato di donne, per cui conviene mettersi in lista per non rischiare di rimanere escluse.
Perché iscriversi.
Il processo della nascita può suscitare, soprattutto nelle donne al primo figlio, ansietà e timori legati alla paura del dolore e ai rischi del parto. Uno degli scopi principali dei corsi prenatali è quello di imparare a controllare l'ansia per il travaglio in modo che il dolore fisico non risulti amplificato dalla tensione generalizzata dei muscoli. Uno stato di tensione acuta, infatti, può influire negativamente sull'utero, fino a rallentare il processo della nascita o a renderlo più difficoltoso. Frequentare un corso di preparazione, quindi, può indurre sentimenti più positivi nei confronti del travaglio, che deve essere considerato come un'esperienza da vivere con pienezza e non solo come una durissima prova da sopportare.Un buon corso permette ad ognuna di far emergere il proprio modo di essere tramite la percezione della respirazione, l'ascolto dei movimenti del corpo, la conoscenza di parti fisiche ignorate fino ad allora. Solo dopo che la futura mamma ha acquisito la consapevolezza della propria corporeità, ha senso proporre esercizi respiratori e tecniche di rilassamento che mirano a modificare le risposte fisiche adeguandole alle difficoltà specifiche del travaglio. Prima di iscriversi la mamma deve chiedere informazioni dettagliate al medico o all'ostetrica che segue la gravidanza, ai vari ospedali (non solo quello di zona), ai consultori, ai centri e alle associazioni private.
Dove iscriversi
I corsi di preparazione al parto vengono organizzati dall'ospedale, dai consultori o da centri privati. Gli incontri previsti, di solito sono otto-dieci con cadenza settimanale e si frequentano a partire dal sesto mese. Lo scopo non è solo quello di acquisire informazioni "tecniche" sul travaglio e sul parto, ma soprattutto scambiare preoccupazioni, ansie e dubbi con le compagne di corso, alleggerendo così la naturale tensione che provano tutte le mamme. A questo scopo, gli insegnanti del corso propongono delle tecniche specifiche.
Alcune tecniche:
Il training autogeno.
E' uno dei metodi in più diffusi in Italia. Si basa su tecniche di autosuggestione e respirazione per alleviare la tensione fisica ed emotiva. Nella parte teorica vengono fornite informazioni utili ad affrontare consapevolmente il parto; nella seconda le tecniche da attuare durante il parto.
Lo stretching.
Lo stretching è una ginnastica che aiuta a recuperare l'elasticità muscolare. Attraverso movimenti dolci, questa tecnica consente di conoscere la propria struttura fisica e di allungare i muscoli, raggiungendo così un completo relax psicofisico.
Il metodo psicoprofilattico.
Comprende ginnastica prenatale, tecniche di rilassamento ed esercizi di respirazione. Ideato dal medico francese Lamaze, è basato sulla teoria che la percezione del dolore a ogni contrazioni uterina sia amplificata notevolmente da un atteggiamento mentale negativo della donna.
L'ipnosi.
L'ipnosi è una tecnica che, attraverso la suggestione, induce a un rilassamento totale molto simile allo stato che precede immediatamente il sonno.
Lo yoga.
Lo yoga è un'antica disciplina indiana molto apprezzata in Occidente, in quanto nel corso degli anni ha confermato la sua efficacia come sistema di concentrazione e rilassamento psicofisico.
Perchè sono nate le Banche del Latte Materno Umano?
Il latte materno rappresenta il nutrimento più completo e naturale per il bambino e contribuisce al suo pieno sviluppo, fisico e psichico, fin dalle primissime ore dopo la nascita. Se questo è vero per i neonati sani ancora di più lo è per quelli malati, ad esempio per chi deve essere rialimentato dopo un intervento chirurgico intestinale o per chi è affetto da gravi allergie alimentari o immunodeficienze. Non tutti i neonati, purtroppo, hanno a disposizione questo prezioso alimento. La Banca del Latte permette di raccogliere, conservare e rendere di sponibile all'occorrenza il latte per i nati pre-termine. Esistono mamme, che per motivi medici non possono allattare i propri bambini o che non producono latte in quantità e per tempi sufficienti. In tutti questi casi la Banca del Latte permette anche ai bambini più deboli e vulnerabili di potersi nutrire nella maniera migliore possibile: utilizzando il latte donato da un'altra mamma.
Come Funziona la Banca del latte?
Le Banche del Latte sorgono all'interno degli Ospedali e funzionano come vere e proprie banche. Esse sono responsabili della raccolta, della conservazione e della distribuzione del latte materno. L'attività della Banca prevede:
- una attività di raccolta, conservazione, trattamento del latte delle madri dei bambini ricoverati, i quali, temporaneamente non possono essere nutriti al seno;
- una attività di raccolta, controllo, conservazione, trattamento di latte donato con generosità da mamme che ne producono in eccedenza. Tale latte verrà distribuito ai neonati che ne avranno bisogno.
Perchè una Banca del latte al Salesi?
In questa struttura si concentrano quei neonati che più trarrebbero beneficio dal latte rispetto alle altre strutture regionali. Qui infatti la Struttura Organizzativa Dipartimentale (SOD) di Neonatologia è stata individuata dalla Regione Marche quale struttura di riferimento per rispondere alle esigenze del bacino regionale per le funzioni di Terapia Intensiva Neonatale e per il Trasporto Neonatale di Emergenza.
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Il sangue del cordone ombelicale donato presso le Banche pubbliche offre già nuove opportunità di cura e tante potenziali applicazioni nella medicina rigenerativa. Fino a poco tempo fa il sangue del cordone ombelicale veniva solitamente eliminato con il secondamento, cioè durante la fase di espulsione della placenta, che si verifica subito dopo il parto.Studi recenti hanno però dimostrato che il sangue placentare assomiglia molto, per composizione, a quello del midollo osseo (il tessuto contenuto all'interno di alcune ossa, deputato alla formazione delle cellule che compongono il nostro sangue). Contiene infatti molti elementi che sono i precursori indifferenziati (cioè i progenitori) dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine. Queste cellule (dette in termini medici "staminali") sono in grado di colonizzare il midollo osseo e di riprodursi, dando origine ai diversi elementi del sangue. Di conseguenza il sangue placentare può sostituire il trapianto di midollo osseo nella cura di varie malattie del sangue (leucemie, linfomi, anemia mediterranea, e altre ancora). Anche a Macerata e Civitanova Marche le donne che partoriscono potranno donare le cellule staminali da cordone ombelicale. La raccolta sarà garantita grazie alla Banca di Cordone di Pescara.
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