Una donna travestita da uomo. Un’artista pronta a rivaleggiare con i maschi, prova di come il “sesso debole” non sia mai stato effettivamente tale. Macerata celebra una sua figlia, Dionilla Santolini (1813-1885), eroina ante litteram dell’emancipazione femminile, prima cantante a calcare le scene dello Sferisterio. Sabato 13 luglio alla Bottega del Libro di Macerata è stato opresentato un saggio di Gabriele Cesaretti sulla cantante "Dionilla Santolini Diva “inattuale” (Zecchini 2013), realizzato con il patrocinio del Comune di Macerata, col sostegno di FotoEmmegi, Form - Orchestra Filarmonica Marchigiana e Sistema Museale Provincia di Macerata. La primadonna maceratese viene ritratta sulla copertina del volume con tanto di baffi: non è uno sberleffo alla Duchamp, capitava spesso che Dionilla vestisse sul palco i panni dell’uomo, interpretando magistralmente ruoli maschili quando la figura del contralto faceva fatica ad affermarsi sulle scene teatrali.
La prof.ssa Paola Magnarelli, docente di Storia Sociale a Macerata, ha condotto la serata che, assieme all’autore, ha ospitato il direttore artistico del Macerata Opera Festival, Francesco Micheli.
Non è la prima volta che il Festival rende omaggio a Dionilla. Lo scorso anno la figura della cantante lirica era riemersa nella mostra Violetta, Carmen, Mimì. Quest’anno per il duecentesimo anniversario della sua nascita, le verrà dedicato un concerto il 7 agosto alle 21.30 al Teatro Lauro Rossi. Muri e divisioni vanno abbattuti. Macerata e il Festival danno l’esempio.