Comune di Macerata


Ultimo Aggiornamento: 21/08/13

Storia di San Giuliano

L'ospitaliere

Nel duomo di Macerata si conserva la reliquia del santo braccio di San Giuliano l'ospitaliere che, secondo la tradizione locale, morì nei dintorni della città, sulle rive del fiume Potenza. Sepolto a Macerata, il suo corpo fu portato verso l'anno 740 nel Belgio da san Bonifacio, vescovo di Magonza, il quale lasciò nella cattedrale soltanto le reliquie del braccio sinistro per sottrarle alle invasioni ricorrenti.

 

Nel medioevo se ne era persa ogni traccia finchè il 6 gennaio 1442, vennero miracolosamnete ritrovate dopo la messa pontificale celebrata nella cattedrale dal vescovo Nicolò dell'Aste.

 

Il vescovo ordinò di scavare fra due colonne davanti all'altare maggiore, luogo che gli era stato segnalato da un anziano maceratese, e lì venne ritrovato un cofanetto, che conteneva il sacro braccio.


Di San Giuliano l'ospitaliere nulla sappiamo di certo ma la leggenda parla di un benestante mercante fiammingo dal carattere duro e vendicativo che un giorno non esita ad uccidere il padre e la madre coricati nel suo letto credendoli la moglie e il suo presunto amante. Dopo questo fatto decide di cambiare vita e di migrare per l'Europa in cerca dei bisognosi; è una vita di preghiera e di espiazione.

Dopo anni ed anni di cammino arriva sulle rive del fiume Potenza dove traghetta da una parte all'altra pellegrini e malati di lebbra. La leggenda vuole che un giorno un malato di lebbra stava cadendo dalla sua barca e lui non si tirò indietro dal dargli la mano salvandolo dalle acque; quel lebbroso era il Signore che con quel gesto voleva vedere se Giuliano fosse cambiato in cuor suo. Il reale pentimento, la reale voglia di espiazione e la vita dedicata alla preghiera e ai poveri bisognosi malati lo fecero diventare santo.

 
Le principali rappresentazioni dell'immagine di S.Giuliano, lo vedono raffigurato in ginocchio davanti alla Vergine con Gesù bambino, mentre raccomanda loro la protezione delle città dove viene venerato, in altre, compare inginocchiato ai piedi dell'angelo che gli porge un ramoscello d'olivo e gli mostra una corona: accanto a lui il simbolico cervo. Sempre la leggenda infatti narra che prima di compiere l'omicidio dei suoi genitori, durante una battuta di caccia, Giuliano riceve dal cervo che stava rincorrendo la profezia che lui stesso avrebbe ucciso i suoi genitori.

 

 
 

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