COMUNICATO STAMPA N. 2 martedì 24 ottobre 2006
OGGETTO: Consiglio, mozione sul piano casa ancora in discussione.
La maggioranza consiliare difende compatta il piano casa dalle critiche di illegittimità mosse da una mozione, firmata da sette esponenti dell'opposizione, e illustrata ieri sera in aula da Giovanni Meriggi. L'atto prende spunto da una sentenza del Consiglio di stato che ipotizza possibili ricorsi dei privati in merito alla richiesta dell'ente pubblico di "diritti edificatori" e "impegna pertanto l'amministrazione a rimuovere i motivi di illegittimità presenti nella delibera del piano casa".
Ma l'assessore all'Urbanistica Mauro Compagnucci, nella sua risposta, ha messo subito in luce che tale sentenza tratta una situazione completamente diversa da quella di Macerata. Lo strumento urbanistico approvato dal Consiglio comunale nel 2001, che dà risposte alle pressanti esigenze abitative della città introducendo misure di perequazione, si muove infatti "su un'ottica consensuale", ha come presupposto la collaborazione tra pubblico e privato.
Molti gli interventi sull'argomento. Placido Munafò, a nome del gruppo Menghi, in disaccordo con il piano casa che "non riuscirà a calmierare i prezzi" si è dissociato anche dalla mozione annunciando la non partecipazione al dibattito. Critico invece verso la mozione e la metodologia adottata per contrastare l'atto urbanistico, Federico Valori (La rosa nel pugno): "trovo qui la volontà di sostituire il potere giudiziario a quello politico; ma la politica deve assumersi responsabilità per dare risposte alla gente". Marco Blunno (La margherita) ha rivendicato la bontà del piano casa ricordando che "negli ultimi due anni sono stati ultimati 120 alloggi popolari e il progetto pilota di Villa Potenza ha realizzato 110 appartamenti, 51 dei quali già consegnati e gli altri con preliminare di vendita firmato". Narciso Ricotta (La margherita) ha ricordato poi che "ci sono alcuni proprietari rimasti fuori dal piano, che spingono per poter rientrare" mentre Luciano Pantanetti (rifondazione comunista) ha invitato "a non perdere di vista le risposte che il piano casa fornisce alla crescente richiesta di alloggi di edilizia economico-popolare e convenzionata".
Diversi i pareri sulla mozione espressi dai gruppi di minoranza. Andrea Beccacece parlando a nome di tutto il partito ha chiarito la posizione dell'Udc. "Ci piace parlare di politica nei luoghi ad essa deputati" ha detto il consigliere "quella fatta per via giurisdizionale non ci appartiene, la condanniamo. Abbiamo criticato le volumetrie del piano casa ma il ricorso ai tribunali non fa parte di noi".
Difende invece la mozione, da lui sottoscritta insieme ai colleghi di partito Pierfrancesco Tasso e Maurizio Fattori, il consigliere Andrea Blarasin (An) che ha messo in luce l'intento propositivo dell'atto: "è tutt'altro che disfattista" ha affermato l'esponente di An "piuttosto è un avvertimento; abbiamo avanzato perplessità al piano alla luce di una sentenza del consiglio di stato che stabilisce alcuni concetti importanti; sarete voi a prendervi le responsabilità delle conseguenze". Concorde il capogruppo Fattori: "ci auguriamo che il sindaco abbia ragione sul presupposto della volontarietà del privato, ma responsabilmente abbiamo voluto segnalare i pericoli di una sottovalutazione delle conseguenze".
Una posizione questa, criticata dagli altri due esponenti del gruppo di Alleanza nazionale, Pierfrancesco Castiglioni e Riccardo Sacchi. "Il nostro partito è stato sempre contro il piano casa perché non prevede uno sviluppo razionale della città, ma la via giurisdizionale è da condannare" ha detto Sacchi aggiungendo che "la mozione divide la minoranza perché è stata firmata solo da sette consiglieri". Sullo stesso tenore Castiglioni: "Prima si firma un atto che chiede la rimozione delle illegittimità" ha incalzato il consigliere "poi questa volontà si trasforma in desiderio di dare consigli; il nostro partito è stato fermo nel no al piano casa perché è il trionfo della non trasparenza ma l'attacco politico si fa in aula non con le carte bollate e con i tribunali".
Silvano Iommi (Fi), che ha presentato sullo stesso argomento un ordine del giorno che sarà discusso questa sera ha definito il piano casa "una schifezza tecnico giuridica basata su un'idea e dei bisogni condivisibili", mentre Arrigo Antolini (uniti per macerata) ha ritenuto che "la variante adottata dall'amministrazione è fatta su misura per pochi privati".
Si torna quindi in aula questa sera per terminare la discussione sulla mozione e la conseguente votazione.