Comune di Macerata


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Ultimo Aggiornamento: 15/12/07

Bilancio positivo per il festival "Non ho tempo e serve tempo"

COMUNICATO STAMPA N. 2  sabato 15 dicembre 2007                                                                                                                                               
OGGETTO: Bilancio positivo per il festival "Non ho tempo e serve tempo"

  Partecipazione e apprezzamento da parte del pubblico per la seconda edizione del festival "Non ho tempo e serve tempo" organizzato dal Comune di Macerata in collaborazione con la Provincia di Macerata e l'Amat,  diretto da Andrea Fazzini e Giuditta Chiaraluce, quest'anno dedicato a Demetrio Stratos e alla sperimentazione vocale, da cui il sottotitolo Substratos.
  Bilancio positivo dunque per il festival, dovuto alla qualità e alla modalità degli spettacoli proposti,  un misto di informalità e colta ricettività che ha conquistato sia il pubblico affezionato al teatro, sia nuove fasce di spettatori.
  L'idea del decentramento che caratterizza molto teatro d'avanguardia del Novecento, e che in questo caso si è concretizzata nel tentativo di creare luoghi sia mentali che spaziali diversi dal solito, ha connotato questa seconda edizione del festival.
  Il rapporto con spazi nuovi e vecchi della città (vedi ex mattatoio,cinema teatro Italia,chiesa scuola Mestica, teatro Lauro Rossi, Antichi forni) in relazione ad artisti storici dell'avanguardia teatrale, come la Societas Raffaello Sanzio, e musicale, primo fra tutti Patrizio Fariselli, si è materializzata nell'idea che in qualsiasi luogo dove il teatro e l'arte si creano e si esprimono nel loro naturale habitat, dove attori e spettatori si incontrano in un clima di scambio reciproco, nasce un bene comune.
  Esiste in Italia da molti anni un'area teatrale accomunata purtroppo dalla mancanza di strutture,di spazi e mezzi produttivi. A Macerata, malgrado le difficoltà di ideare un festival d'avanguardia in una realtà di provincia, esiste paradossalmente, ma allo stesso tempo fortunatamente, una rete di persone e di luoghi capaci di far pensare ad un nuovo progetto culturale, e certamente questo festival vuole rappresentare una tappa fondamentale di questo viaggio e non una semplice rassegna di eventi.
   "Suggeriamo, usando una parola molto cara ad Antonio Neiwiller al quale era stata dedicata la prima edizione del festival - affermano i direttori artistici dell'evento Fazzini e Chiaraluce - uno sguardo in avanti per immaginare un progetto a medio e lungo termine, che possa consolidare quanto è già stato fatto e contemporaneamente aprire squarci di possibilità per il futuro.
  E' evidente che non bastano la generosità, le buone intenzioni e l'urgenza di esprimersi per rendere possibile tutto questo. Serve una comunione di pensieri e di energie che possa sfociare in un progetto di respiro internazionale, che oltre a valorizzare le eccellenze locali, punti a scovare esperienze artistiche di assoluto valore ma che percorrono percorsi alternativi a quelli commerciali.
  Il festival perciò, presentando opere e autori della scena teatrale e musicale di primissimo livello mondiale e di particolare innovazione, regalando spazi anche a giovani esperienze artistiche coraggiose - concludono i promotori - contribuisce al rinnovamento e al consolidamento del pubblico, da una parte, e dall'altra rappresenta un momento di riflessione e di confronto e un tentativo di risposta a domande che riguardano l'esigenza di una nuova organizzazione della cultura e degli spazi".
 
 

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