COMUNICATO STAMPA N. 2 sabato 12 luglio 2008
OGGETTO: Macerata nei romanzi di Covacich e Aldo Nove
Due tra i più affermati scrittori ospiti di Libriamoci, nell'estate letteralmente fantastico hanno citato la nostra città nelle loro ultime opere: Aldo Nove, nel volume illustrato da Maria F. Tassi "Zero il robot", parla appunto di Zero, "il primo di tutti i robot" che appare, guarda caso, ad un bambino di Macerata.
Mauro Covacich, da parte sua, nel suo nuovo romanzo "Prima di
sparire" racconta, tra le altre cose, della sua visita a Macerata e
dintorni in occasione della presentazione del suo libro precedente.
"Modestamente, come piccolo riconoscimento dell'attività del Comune di
Macerata di promuovere la lettura e, perché no, la letteratura non ci
sembra male!", afferma il curatore della rassegna Reinhard Sauer
Intanto, per il prossimo appuntamento Libriamoci, nell'estate letteralmente fantastico (34) verrà presentato "Sulle tristezze e i ragionamenti" di Ugo Cornia
L'appuntamento è per mercoledì 16 luglio alle 18,30 nel cortile municipale.
Cornia presenta la sua ultima opera dal titolo un po' leopardiano "Sulle
tristezze e i ragionamenti", dove "si racconta e si sragiona con
grande acume di questo nostro tempo di trapasso (comprese le
questioni amorose)". Il libro è pubblicato
dalla casa editrice maceratese Quodlibet.
In 18 capitoli lo scrittore di Modena, già autore di altri quattro
libri originalissimi come "Sulla felicità a oltranza" o "Le pratiche
del disgusto", propone aneddoti, invettive, congetture e piccoli
racconti coniugando in una sorta di monologo interiore e di piacevole
sinuosità stilistica riflessioni filosofiche con l'oralità della
narrazione di tradizione popolare. E il miglior interprete delle sue
elucubrazioni è proprio l'autore stesso. Il repertorio degli
argomenti trattati spazia dai problemi inerenti al dente
devitalizzato al perché della preferenza di James Bond per l'aceto
balsamico, dalla domanda di cosa si può fare di un piccolo cinghiale
alla bellezza delle vite singolari.
"Ma la cosa più notevole è che ci sono delle tristezze che possono
essere delle allegrie..." ricorda l'autore, prima però di concludere
che "le tristezze che non ti affogano sono tristezze che fanno buon
sangue."