Il Consiglio comunale di Macerata, riunito in forma solenne, ha celebrato ieri, 16 novembre, il 60° anniversario della consacrazione della città alla Madonna della Misericordia avvenuta nel 1952 per volontà popolare fatta propria dal Consiglio comunale. Presenti insieme ai consiglieri ed alla giunta comunale, le autorità civili, religiose e militari tra cui il prefetto Pietro Giardina, il questore Roberto Gentile, il vescovo Claudio Giuliodori, gli ex sindaci Giuseppe Sposetti, Carlo Cingolani e Giorgio Meschini, l’assessore provinciale Leonardi Lippi, l’on Adriano Ciaffi e numerosi cittadini.
Il 15 novembre del 1952, il Consiglio comunale, facendosi interprete del sentimento popolare di devozione alla Madonna della Misericordia e accogliendo la proposta di un comitato cittadino che aveva raccolto ventunomila firme, deliberò di consacrare Macerata alla sua protezione e di porre ai lati dell'immagine collocata sulla facciata del Comune, l'epigrafe "Civitas Marie". Un fatto inconsueto per una civica amministrazione e denso di significato. Il giorno successivo, il 16 novembre, in piazza della Libertà si svolse la cerimonia ufficiale, presieduta dal vescovo Silvio Cassulo e dal sindaco Otello Perugini, alla quale parteciparono migliaia di maceratesi che inondarono tutta la piazza e le vie limitrofe.
Quel fervore popolare, quella devozione, quel senso di servizio e di solidarietà nella guida politica e amministrativa della nostra città, che aveva appena lasciato alle spalle le distruzioni e le sofferenze della guerra e che si apprestava ad affrontare un futuro incerto e difficile, sono stati ricordati durante i discorsi ufficiali e nel quadro storico delineato dalla relazione della prof.ssa Lucia Tancredi sul significato dell’affidamento di un popolo alla protezione della Madonna
Ha aperto i lavori il presidente, Romano Mari, ricordando come Macerata sia una delle pochissime città al mondo ad essere dedicata a Maria. “Come ricordò papa Giovanni Paolo II durante la sua visita a Macerata e la sua breve sosta in piazza della Libertà - ha detto il presidente del Consiglio - Civica Mariae è un titolo impegnativo che dobbiamo ogni giorno confermare con l’ascolto, con la sensibilità nel saper cogliere bisogni e necessità e con uno stile di vita accogliente e collaborativo”.
“La Civitas Mariae è per noi tutti un richiamo a uno spirito civile che sappia guardare con fiducia alla costruzione di un futuro più etico e responsabile - ha detto il sindaco Romano Carancini. - E' un richiamo forte, prima di tutto alla classe politica, alle istituzioni, pubbliche e religiose, alla classe dirigente di questa nostra città, perché sappiamo tutti operare con responsabilità per il bene della res publica in un alto orizzonte ideale a cui la Civitas Mariae tende. A noi - ha concluso il sindaco - spetta la responsabilità di raccogliere l'invito a lavorare con umiltà, sacrificio, impegno responsabile e onesto, capacità di dialogo e spirito costruttivo perché Macerata non smetta di crescere come città solidale, accogliente, aperta, colta, generosa”.
Il profondo significato della consacrazione di Macerata alla Madonna della Misericordia , quale forte segnale rivolto alle coscienze di chi opera nell’impegno civile e nell’amministrazione del bene comune è stato sottolineato dagli interventi di tutti capigruppo consiliari che si sono succeduti.
“Il riconoscimento del legame speciale che la città ha con la figura di Maria è l’atto più laico e onesto che possa essere fatto. Lo hanno fatto i nostri predecessori lasciandoci una eredità preziosissima che rappresenta una straordinaria e invidiabile ricchezza di fede, umanità e sapienza - ha affermato il vescovo Claudio Giuliodori nel discorso conclusivo al Consiglio comunale.
“Il volto luminoso di Maria è il più forte incoraggiamento per affrontate il futuro, è la migliore garanzia per misuraci con le prove del presente, è la grande riserva di speranza che può sostenerci anche nei passaggi più ardui e difficili - ha proseguito il vescovo, sottolineando che Macerata “come Lei e con Lei vuole essere un grembo accogliente” e come quella di Maria sia “una compagnia che dobbiamo saper coltivare e, per certi versi, come ha detto il Papa, meritare. Non si tratta di una responsabilità a cui sono chiamati solo i credenti - ha concluso Giuliodori - È un compito affidato a tutti, che ha bisogno della collaborazione di tutti credenti e non, ciascuno per la sua parte”.
Al termine della seduta, la firma dei registri d’onore del Comune e della Diocesi, a memoria della celebrazione e del rinnovato impegno della Civitas Mariae. (ap)