COMUNICATO STAMPA N. 1 mercoledì 11 ottobre 2006
OGGETTO: Consiglio, bocciata ieri la mozione sull'Ircr
Bocciata ieri in Consiglio la mozione relativa al giudizio del Servizio ispettivo dell'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici, primo firmatario Giovanni Meriggi (Gruppo misto).
La mozione è stata respinta col voto compatto della maggioranza cui s'è aggiunto il no di Ivano Tacconi (Udc); per quanto riguarda l'opposizione, hanno votato a favore Meriggi (Gruppo misto) e il Comitato Anna Menghi. Due gli astenuti: Giovanni Picchio e Andrea Beccacece, entrambi dell'Udc.
Oggetto del dibattito, le irregolarità ravvisate nella ristrutturazione di un edificio in piazza Mazzini e di Villa Cozza dal consiglio dell'Autority, per il quale, ha sottolineato Meriggi nel suo intervento, l'azione amministrativa di Comune e Ircr (Istituzioni riunite di cura e riposo), è stata viziata sia da "un difetto di trasparenza e corretta concorrenzialità che da un difetto di tutela del pubblico interesse economico". Meriggi ha poi attaccato il sindaco ed il suo "tentativo di minimizzare l'accaduto".
Il primo cittadino, Giorgio Meschini, dal canto suo, ha replicato che non c'è stata violazione della legge Merloni, giacché l'Ircr non è un ente pubblico, sottolineando come la società si sia mossa "nel rispetto dei criteri di efficacia e di economicità". Se ci sono state irregolarità, dunque, si tratta solo di errori formali, da attribuirsi al fatto che "l'Ircr non ha una struttura tale da poter affrontare una gara di questo tipo, quindi possibili irregolarità formali ma rivendico un ruolo politico che ha prodotto due opere importanti per la città". Meschini ha anche replicato a Meriggi, che nel suo intervento aveva sollecitato la nomina di un nuovo Consiglio d'amministrazione del Ircr, "così da restaurare un rinnovato rapporto di assoluta trasparenza e credibilità con il Consiglio comunale e con la città tutta". "Ho riconfermato recentemente solo tre consiglieri su nove - ha detto il Sindaco - ed il presidente viene nominato dal Cda dell'Ircr".
Anna Menghi ha definito gli interventi della maggioranza "una difesa d'ufficio dell' Ircr che non ha più ragione di esistere". Le ha fatto eco Placido Munafò (Comitato Anna Menghi) che, da parte sua, ha rincarato la dose, sostenendo che le illegittimità sono state perpetrate all'interno del Comune, attraverso il dirigente ed il responsabile del provvedimento. Di parere opposto Luciano Pantanetti (Rifondazione comunista), il quale ha ribadito la natura privatistica dell'ente e non pubblicistica (e che dunque non ricadrebbe nelle maglie della legge Merloni): "Inoltre, non siamo certo al giudizio finale, occorre essere prudenti". Sulla stessa lunghezza d'onda Narciso Ricotta (la Margherita), il quale ha anche previsto che la Corte dei conti, chiamata a pronunciarsi dall'Autority sulla faccenda, non potrà esercitare per questo motivo alcuna giurisdizione.
Ivo Tacconi (Udc) ha parlato di "buona fede" da parte dei soggetti coinvolti nell'operazione ed ha sottolineato come, se l'Ircr ha sbagliato, può comunque "fare dei correttivi".
Silvano Iommi (Fi) ha invece lamentato la mancanza di trasparenza nell'operazione, mentre Romano Carancini, capogruppo Ds, ha dichiarato che il suo partito avrebbe votato no, dato il carattere "pregiudiziale della mozione, che da già un giudizio sull'intera vicenda mentre la fase istruttoria è per definizione in superficie".