Ultimo Aggiornamento: 23/11/09
Lotta ai tumori
I tumori nella popolazione femminile in Italia
Secondo le stime dell'Associazione italiana registri tumori (
AIRTUM) che in Italia nel 2005 si siano verificati oltre 250.000 nuovi casi di tumore di cui 117.000 nelle donne, che corrispondono ad un tasso standardizzato di 266 casi ogni 100.000 donne. In media una donna ogni quattro ha la probabilità di avere una diagnosi di tumore nel corso della vita (0-74 anni).
Per quanto riguarda la frequenza delle diverse formi tumorali (tabella 1), mentre tra gli uomini è in notevole aumento l'incidenza del tumore prostatico (in parte come conseguenza della diffusione del test del PSA), tra le donne si registra l'incremento dell'incidenza dei tumori del polmone (+23%) e della mammella (+29%), anche come conseguenza dell'anticipazione diagnostica legata all'avvio dei programmi di screening per il tumore della mammella. Per altre sedi tumorali, l'incremento dell'incidenza è correlabile sia a cambiamenti negli stili di vita e condizioni ambientali, ma anche all'incremento dell'attività di diagnosi precoce e all'aumentata aggressività diagnostica (melanoma, tiroide) e allo sviluppo tecnologico che ha reso facilmente ispezionabili sedi anatomiche precedentemente poco accessibili (rene). Alcune patologie, come il tumore dello stomaco e i linfomi di Hodgkin's si stanno riducendo in entrambi i sessi e si segnala la riduzione dei tumori delle vie biliari nelle donne.
Per quanto riguarda invece la mortalità nel periodo 1970-2002 i decessi per tumore sono diminuiti a partire dagli anni '90, dopo il continuo aumento nella seconda metà del secolo scorso. Infatti, il tasso standardizzato di mortalità per 100.000 persone per le donne è passato da 140 decessi nel 1990 a 130 nel 2000. Nel 2002, su 556.000 decessi totali, 156.000 sono stati causati da un tumore, di cui 66.000 tra le donne. Al primo posto resta il tumore della mammella (17,1%), seguito da quello del polmone (9,5%) e dai tumori del colon (9,1%) e dello stomaco (7,9%).
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, le stime del rischio di ammalarsi di tumore hanno da sempre rilevato livelli più elevati in entrambi i sessi nelle regioni del Nord Italia, ma negli anni più recenti tali differenze tra le varie regioni italiane sembrano tendere progressivamente a diminuire. Infatti, l'incidenza, è stimata essere in aumento nelle donne, ma la crescita è più accentuata al Sud.
Fattori di rischio
Numerosi fattori ambientali sono riconosciuti fattori di rischio per tumore. Questi includono anche alcune componenti legate alla nutrizione, anche se è ancora molto difficile stimare la proporzione di tumori direttamente attribuibile ad essi. I fattori di rischio più conosciuti sono rappresentati da: fumo, agenti infettivi, radiazioni, sostanze chimiche. Anche l'assunzione di alcol è un fattore correlato. Esiste, infatti, evidenza prodotta da studi osservazionali che bevande alcoliche di diverso tipo possono essere considerate come causa di diversi tumori, in particolare della bocca, della faringe, della laringe, dell'esofago, e dei tumori al seno. L'evidenza è più debole per l'associazione, nelle donne, tra alcol e tumore del colon retto. Sempre nell'ambito della dieta, l'evidenza che la carne rossa e le carni lavorate per la loro conservazione a lungo termine siano da considerarsi cause di tumore al colon-retto è convincente. L'evidenza è molto più limitata per l'associazione tra consumo di carne rossa e tumori dell'esofago, del polmone del pancreas e dell'endometrio (utero). La carne rossa è anche un indicatore di consumo di grassi saturi. L'evidenza di associazione tra consumo di grassi saturi e tumori è ancora limitata per i tumori al polmone e al seno nelle donne in postmenopausa e per i tumori al colon-retto.
Tra i fattori endogeni, cioè legati direttamente al metabolismo del nostro organismo, elevati livelli sierici di ormoni sessuali quali estrogeni ed androgeni sono adesso interpretati come fattori di rischio per i tumori al seno, all'endometrio e forse anche all'ovaio.
Gli steroidi esogeni assunti per i disturbi della menopausa (estrogeni in combinazione con i progestinici di sintesi) aumentano il rischio di tumore al seno e sembrano ridurre il rischio di tumore al colon.
La pillola contraccettiva sembra ridurre della metà il rischio di tumore all'ovaio se assunta per una durata di 5 o piu'anni, c'è anche debole evidenza che essa riduca il rischio di tumore al colon, mentre sembra che incrementi il rischio di tumore al seno ma solo per assunzioni lungamente estese nel tempo.
L'aumento dell'indice di massa corporea è associato all'aumento di rischio per molti tumori. Nella donna, in particolare, esso è associato a tumori all'endometrio, alla cistifelia, all'esofago, al rene, alla leucemia, alla tiroide, al seno (in donne in menopausa), al pancreas e al colon. Il meccanismo attraverso cui l'eccesso di peso si associa al rischio di diversi tumori non è completamente chiaro, anche se sembra possibile che il rischio sia mediato da fattori ormonali quali insulina/ insulin-like-growth factor, gli steroidi sessuali e le adipochine.
Agenti infettivi
Agenti infettivi, quali virus, batteri, parassiti, possono indurre danno al DNA e promuovere sviluppo di tumori. Alcuni agenti infettivi, inclusi i virus dell'epatite, l'Helicobatter pylori e parassiti, promuovono la carcinogenesi attraverso il mantenimento dello stato di infiammazione cronica. Nella donna, alcuni tipi (16 e 18) dell'HPV (papillomavirus umano) sono responsabili dello sviluppo dei tumori della cervice uterina. E' possibile che lo siano anche di altri tumori umani.
Radiazioni
Sia le radiazioni ionizzanti che le UV sono in grado di provocare danni al DNA e quindi di agire come potenziali carcinogeni. L'esposizione alle radiazioni include radiazioni usate nelle radiografie diagnostiche e per le radioterapia oncologica. L'esposizioni alle radiazioni aumenta il rischio di tumori alla mammella, alla tiroide e alle leucemie.
Sostanze chimiche
Certe sostanze prodotte industrialmente e pesticidi persistono nell'ambiente e si concentrano lentamente attraverso la catena alimentare. I bifenili policlorinati sono composti organici usati per varie utilizzazioni industriali (vernici, colle etc.) non si degradano facilmente. Sono più solubili nei grassi che nell'acqua e quindi tendono ad acccumularsi, ad esempio, nei pesci carnivori come il salmone. Attraverso questi pesci possono venir assorbiti dall'uomo ed accumularsi in nel tessuto adiposo.C'è evidenza, benché assai debole, che questi composti possano avere un ruolo nello sviluppo dei tumori al seno.
La familiarità
Sono state identificate alcune caratteristiche genetiche ereditarie che espongono le donne a un elevato rischio di sviluppare, nel corso della vita, un tumore alla mammella. Si consiglia pertanto alle donne con storia familiare di carcinoma mammario di sottoporsi a specifici esami del sangue per verificare se abbiano o meno ereditato una modificazione dei geni BRCA1 o BRCA2, potenzialmente pericolosi. Prima e dopo gli esami sarebbe opportuno parlare con una persona esperta che possa aiutare a comprendere i potenziali benefici e rischi dei risultati di un test genetico. Un potenziale beneficio derivante dal test consiste nell'opportunità di prendere decisioni consapevoli sul proprio comportamento, sia dal punto di vista medico che personale.
I tumori più frequenti
Tumore della mammella
Il tumore della mammella è il tumore di gran lunga più frequente nel sesso femminile. Nel periodo 1998-2002 ha rappresentato il 24,9% del totale delle diagnosi tumorali ed è il primo tumore anche in termini di mortalità (17,1% del totale dei decessi neoplastici). Nell'area monitorata dai Registri Tumori italiani (AIRT) sono stati diagnosticati in media ogni anno 152,0 casi di tumore della mammella ogni 100.000 donne. Le stime per l'Italia indicano un totale di 36.634 nuovi casi diagnosticati nel nostro paese.
L'incidenza sembra più bassa nelle aree del Sud Italia ed in parte questa differenza può essere legata a una diversa diffusione dei programmi di screening mammografico. L'incidenza del tumore della mammella è in crescita nel corso del tempo, mentre la mortalità è in riduzione. Il rischio di avere una diagnosi di tumore della mammella femminile nel corso della vita (fra 0 e 74 anni) èèè migliore nelle aree che hanno attivato programmi di screening di popolazione.
Tumori della cute non melanomatosi
Nel periodo 1998-2002, i tumori non melanomatosi della cute (75% carcinomi basocellulari - 15-20% carcinomi spinocellulari) sono risultati al 2° posto dopo il tumore della mammella nelle donne, rappresentando il 14.8% del totale. Nell'area AIRT sono stati diagnosticati in media ogni anno 90,7 casi ogni 100.000 donne. L'incidenza è in grande crescita in questi ultimi anni ma ciò è in parte dovuto al miglioramento della raccolta dei dati da parte dei Registri Tumori. Esiste una notevole variabilità geografica nell'incidenza dei tumori cutanei non melanomatosi che in parte può essere dovuta alla diversa completezza nella raccolta di dati. Nel 2002 sono stati invece solo 270 i decessi per tumori cutanei non melanomatosi nelle donne. Infatti, il rischio di avere una diagnosi di tumore cutaneo non melanomatosi nel corso della vita (fra 0 e 74 anni) èè estremamente basso, dato che la forma più frequente, il carcinoma basocellulare, ha andamento benigno.
Tumore del colon-retto
Nel periodo 1998-2002 il tumore del colon-retto è stato il 3° tumore per frequenza nelle donne (11,5% del totale) e la seconda come causa di morte tumorale (12,4%). Nell'area AIRT sono stati diagnosticati in media ogni anno 70,3 casi ogni 100.000 donne. Le stime per l'Italia indicano un totale di 17.276 fra le femmine, mentre per quanto riguarda la mortalità nel 2002 si sono verificati 9.529 decessi. Il rischio di avere una diagnosi di tumore del colon-retto nel corso della vita (fra 0 e 74 anni) è geografica nell'incidenza del tumore del colon-retto, con tassi più bassi nell'Italia meridionale e insulare, in entrambi i sessi. Per quanto riguarda gli andamenti nel tempo, il tumore del colon-retto mostra una tendenza all'aumento dell'incidenza con mortalità in riduzione.
Tumore del polmone
Nel periodo 1998-2002 il tumore del polmone (inclusi trachea e bronchi) era al 4° posto per il sesso femminile (4,6% di tutti i tumori) ed al 2° fra le cause di morte tumorali. Nell'area AIRT sono stati diagnosticati in media ogni anno 27,9 ogni 100.000 donne, contro i 111,5 casi/100.000 nei maschi. Le stime per l'Italia indicano 6.784 nuovi casi incidenti ogni anno fra le femmine, mentre per quanto riguarda la mortalità, nel 2002 si sono verificati tra le donne 6.495 decessi.
Il rischio di avere una diagnosi di tumore polmonare nel corso della vita (fra 0 e 74 anni) è geografica nell'incidenza del tumore del polmone nel nostro paese, con tassi più elevati nelle aree settentrionali e i più bassi nel Meridione. Nel corso del tempo il tumore del polmone ha mostrato una crescita costante nelle donne, mentre si sta riducendo nel sesso maschile, fenomeni questi sostanzialmente dovuti al modificarsi dell'abitudine al fumo di sigaretta, in senso opposto nei due sessi.
Tumore dello stomaco
Nel periodo 1998-2002 il tumore dello stomaco è il 5° per frequenza nelle donne, per il quale ha rappresentato il 4,5% di tutti i tumori, essendo al 5° posto anche tra le cause di morte tumorale (7,9%).
Nell'area AIRT sono stati diagnosticati in media ogni anno 27,7 ogni 100.000 donne. Le stime per l'Italia per le donne indicano un totale di 6.604 casi, mentre per quanto riguarda la mortalità nel 2002 si sono verificati 4.659 decessi. Il rischio di avere una diagnosi di tumore dello stomaco nel corso della vita (fra 0 e 74 anni) èèà geografica nell'incidenza del tumore dello stomaco nel nostro paese, con i tassi più alti nel Centro Italia e più bassi nel Meridione. Per quanto riguarda gli andamenti nel tempo, per il tumore dello stomaco è in corso una notevole e continua riduzione nei due sessi sia dell'incidenza sia della mortalità, in gran parte dovuta probabilmente al cambiamento degli stili di vita (migliore conservazione degli alimenti, aumento del consumo di frutta e verdure fresche).
Tumore dell'endometrio
Nel periodo 1998-2002 il tumore del corpo dell'utero è risultato al 6° posto fra i tumori più frequentemente diagnosticati nel sesso femminile (3,9% del totale delle diagnosi tumorali) e lo 0,8% dei decessi neoplastici, dato sottostimato in quanto una parte dei decessi per tumori del corpo uterino vengono definiti in realtà "utero non specificato" (2,6% di tutti i decessi oncologici). Nell'area AIRT sono stati diagnosticati in media ogni anno 23,6 casi di tumore del corpo dell'utero ogni 100.000 donne. Le stime per l'Italia indicano un totale di 7.756 nuovi casi diagnosticati ogni anno, mentre per quanto riguarda la mortalità nel 2002 si sono verificati 567 decessi per tumore del corpo dell'utero e 1.756 decessi per tumore dell'utero non altrimenti specificato. Il rischio di avere una diagnosi di tumore del corpo dell'utero nel corso della vita (fra 0 e 74 anni) è in aumento, così come la mortalità, fenomeno da correlare sia ad un aumento della capacità diagnostica sia ai possibili rischi connessi con terapie ormonali sostitutive.
Tumore dell'ovaio
Nel periodo 1998-2002 il tumore dell'ovaio era il 9° tumore per frequenza, rappresentando il 2,9% del totale delle diagnosi tumorali nelle donne, Nello stesso arco temporale ha costituto l'ottava causa tumorale (4,5% dei decessi neoplastici). Nell'area AIRT sono stati diagnosticati in media ogni anno 17,9 casi di tumore dell'ovaio ogni 100.000 donne. Le stime per l'Italia indicano un totale di 4.797 nuovi casi diagnosticati ogni anno nel nostro paese, mentre per quanto riguarda la mortalità nel 2002 si sono verificati 2.861 decessi per tumore dell'ovaio. Il rischio di avere una diagnosi di tumore dell'ovaio nel corso della vita (fra 0 e 74 anni) ha rappresentato lo 0,6% dei decessi neoplastici.
Come già ricordato, una quota dei decessi sono definiti «utero non specificato» (2,6% di tutti i decessi oncologici) e una parte di questi possono essere tumori della cervice uterina. Nell'area AIRT sono stati diagnosticati in media ogni anno 9,8 casi di tumore della cervice uterina ogni 100.000 donne. Le stime per l'Italia indicano un totale di 3.418 nuovi casi diagnosticati ogni anno, mentre per quanto riguarda la mortalità nel 2002 si sono verificati 370 decessi per tumore della cervice uterina oltre a 1.756 decessi per tumore dell'utero non altrimenti specificato. Il rischio di avere una diagnosi di tumore della cervice uterina nel corso della vita (fra 0 e 74 anni) èèà mostrano una tendenza alla riduzione nel corso del tempo. La riduzione dell'incidenza è a carico sostanzialmente delle forme squamocellulari, in relazione all'aumentata offerta di programmi di screening e attività di diagnosi precoce più efficace per questo istotipo, mentre sono in aumento gli adenocarcinomi.
I programmi di screening
Negli ultimi anni in Italia stiamo assistendo ad una crescente diffusione dei programmi di screening oncologici grazie allo sforzo compiuto sinergicamente dal Ministero della Salute e il Centro Controllo Malattie (CCM), le Regioni e l'Osservatorio Nazionale Screening. Infatti la prevenzione oncologica è una delle priorità del "
Raccomandazioni per la pianificazione e l'esecuzione degli screening di popolazione per la prevenzione del cancro della mammella, del cancro della cervice uterina e del cancro del colon retto (1112 KB)" che individuano come programmi di screening da attuare sul territorio nazionale:
- La diagnosi precoce del cervico-carcinoma mediante Pap-test, per le donne comprese fra i 25 e i 64 anni
- La diagnosi precoce del tumore mammario mediante screening mammografico, per le donne fra i 50 e i 69 anni
- La diagnosi precoce del tumore del colon-retto mediante ricerca del sangue occulto fecale per gli uomini e le donne ogni due anni fra i 50 e i 69-70-74 o mediante sigmoidoscopia una volta nella vita o con intervallo non inferiore a 10 anni per le persone di 58-60 anni
Programmi di screening nella Regione Marche
Referente regionale:
Dr.ssa Lucia Di Furia, Servizio Salute Regione Marche
e-mail:
lucia.difuria@regione.marche.it
Programmi attivi:
- Screening mammografico
- Screening cervicale
- Screening colorettale
In attuazione del Piano nazionale della Prevenzione 2005-2007:
Consulta il sito della
Regione Marche
Notizie utili
Campagna Nastro Rosa LILT
Torna nel mese di
ottobre 2009 la Campagna Nastro Rosa per la prevenzione del tumore al seno. La LILT ed Estée Lauder Companies saranno ancora una volta in prima linea nella lotta a questa grave patologia neoplastica.
In tutto il mondo occidentale, infatti, il tumore al seno è il primo tumore femminile per numero di casi e la sua incidenza è in costante aumento, tanto da essere considerato alla stregua di una vera e propria malattia sociale. In Italia, i nuovi casi di cancro al seno sono oltre 40 mila l'anno. Sconfiggere la malattia è possibile nella stragrande maggioranza dei casi se gli esami di controllo vengono praticati con regolarità.
Per ogni donna la prevenzione deve essere sinonimo di promozione del proprio benessere, della propria salute, ma anche della propria bellezza. Per questo durante il mese di ottobre i circa 390 ambulatori LILT saranno a disposizione per visite senologiche, esami di diagnosi precoce e controlli.
Per informazioni chiamate
il numero verde SOS LILT 800-998877.
Puoi consultare il sito della
Lilt
Puoi consultare l'
attività ambulatoriale della Lilt nella Regione Marche
La LILT in collaborazione con Adapt - Fondazione Marco Biagi e Europa Donna si è fatta promotrice del Manifesto per i diritti del malato oncologico il cui principale obiettivo è ampliare le tutele del lavoratore affetto da malattia oncologica. In Italia infatti sono molti coloro che convivono con il cancro. E' quindi fondamentale promuovere la tutela medico-psicologica-legale dell'ammalato, e contemporaneamente sensibilizzare i datori di lavoro e la stessa comunità secondo il principio di uguaglianza e di salvaguardia del diritto fondamentale alla salute come previsto dalla nostra Costituzione (artt. 1, 3, 4, 32 e 38).
...Quello che non so di me...
Pur interessando 150 milioni di donne nel mondo, di cui 14 milioni di donne in Europa e 3 milioni in Italia, dell'endometriosi si sa poco o nulla. L'endometriosi è un problema socio-sanitario non percepito dalla popolazione. E' in questo contesto che il Ministero del Lavoro, della Salute e delle politiche sociali, in collaborazione con l'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea di Roma, ha deciso di avviare una capillare campagna di comunicazione. La campagna si rivolge alla popolazione femminile, in particolare alle donne giovani e giovanissime.
"
Quello che SO DI ME è che soffro spesso di dolori mestruali, di un dolore al basso addome,di disturbi ciclici urinari o intestinali e di dolori durante i rapporti sessuali. Quello che NON SO DI ME è che questi potrebbero essere i sintomi di una malattia molto diffusa ma poco nota: l'ENDOMETRIOSI
".
Questo il messaggio, veicolato in prima persona dalla giovane protagonista, che focalizza l'attenzione sulla mancata consapevolezza che la presenza di una determinata sintomatologia, ritenuta erroneamente normale, possa essere riferibile all'endometriosi.