SCIPIONE (Gino Bonichi)
Macerata 1904 - Arco (Trento) 1933
Pittore, disegnatore, poeta, fondatore, con Mafai, de " La scuola di Via Cavour",è un punto di riferimento fortissimo per la pittura italiana dagli anni '30 in poi. Nato a Macerata nel 1904 e morto ad Arco (Trento) nel 1933. Ebbe una vita brevissima (morì trentenne di tubercolosi), ma ricca di emozioni. Insieme a Mafai e Mazzacurati, fu uno dei protagonisti della cosiddetta "Scuola Romana", chiamata anche "Scuola di via Cavour". Si tratta di un gruppo di pittori che lavorarono a Roma intorno al 1925-30, adottando forme espressionistiche e surrealiste in reazione al cosiddetto "Novecento", d'impronta aulica e fascista.
Punti di riferimento di questa scuola possono considerarsi El Greco, Chagall ed altri espressionisti tedeschi e parigini. Contro l'astrattismo cubista ed il revival neoclassico, rivalutò l'immediatezza del sentimento, come dato irrazionale e poetico. Ne deriva una pittura simbolistica in cui si fondono ironia, erotismo e senso barocco. Elabora pertanto un linguaggio pittorico nervoso, a volte allucinato, dall'acceso cromatismo e dalle immagini quasi guizzanti. Scipione ha un'ossessione: Roma. La sua visionaria fantasia dà pertanto vita ad un mito di sconcertante attualità: quello della Roma decadente e sontuosa, erede della Controriforma, popolata da personaggi corrotti, bigotti e lussuriosi.
Ne sono esempi le repulsive immagini del Risveglio della bionda Sirena del 1929 (Milano, Collezione Privata) e della Cortigiana romana del 1930 (Milano, Collezione Privata), simboli eterni ed attuali della biblica Babilonia, "la grande meretrice" identificata qui con Roma. Pertanto la Capitale risuscita nella pittura di Scipione in forme torve ed angoscianti, ove personaggi, palazzi e monumenti hanno il fasto raccapricciante di un grandioso apparato funebre. Lo stesso Ritratto del Cardinale Decano del 1930 (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna) propone una figura dominata dalla cupola di San Pietro e circondata da simboli inquietanti, che trasformano il religioso in un personaggio tenebroso ed oscuro. La sensibile indole permette a Scipione di percepire l'ansia sofferente della società che lo circonda e di comunicarle a sua volta la propria angoscia esistenziale. Tutto ciò dà vita alla sua tipica deformazione espressionista della forma e all'uso di colori bruni e rossi accesissimi.
Fra le principali opere citiamo ancora: il famoso Ritratto di Ungaretti (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), Ritratto della Madre (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), La piovra (Macerata, Palazzo Ricci), Piazza Navona (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Scipione fu anche un ottimo disegnatore e realizzò disegni descrittivi, satirici, angosciosamente lirici ma pur sempre assai lineari. Fu inoltre un fine scrittore e poeta; anche gli scritti (Le civette gridano, Carte segrete), sono pervasi da quel senso di magico, misterioso ed oscuro che caratterizza tutta la sua produzione pittorica. Questi fattori inseriscono di diritto Scipione all'interno del miglior Decadentismo Europeo di chiara matrice simbolista.
ESPOSIZIONI: Macerata , 1948, Scipione, Mostra Postuma con opere provenienti dalla Biennale di Venezia e Gallerie Private, Pinacoteca Comunale a cura di N. Ricci, E. Tomassetti , e de La Brigata Amici dell'Arte;
Macerata, luglio - settembre 1985, Scipione 1904- 1933, antologica, Palazzo Ricci a cura della CARIMA.
MUSEI CHE CONTENGONO SUE OPERE: La Collezione del '900 Italiano a Palazzo Ricci, Macerata.