Dopo quindici anni di chiusura, la chiesa, da secoli fulcro della vita religiosa e culturale della città, è stata nuovamente riaperta al culto e affidata alla custodia pastorale del suo Rettore e Priore della Confraternita delle Stimmate di San Francesco, don Gianluca Merlini, in collaborazione con i consacrati «Figli del Sacro Cuore di Gesù» dell’Associazione Mariana «Regina dell’Amore».
La prima pietra venne posta il 17 dicembre 1697 e su di essa sorse a Macerata, su disegno di Gian Battista Contini, ricca di marmi e tele, in grandioso stile barocco, la chiesa di San Filippo Neri: la prima, in tutto il mondo, fuori di Roma, dedicata al grande Apostolo di Roma. Venne compiuta tra il 1707 e il 1730. Prospiciente al presbiterio, sul lato sud, vi è la sacrestia a pianta quadrata, realizzata tra il 1774 e il 1785.
L'edificio religioso s’identifica nel suo perfetto inserimento urbanistico data la sua forma a cuneo facilitata dalla pianta centrale ellittica, presenta una facciata non finita dall'aspetto severo, coronata da due campanili con cupole bulbate.
Il corpo ellittico centrale si separa dall’ingresso e dall’area presbiteriale attraverso due vani simmetrici voltati a botte, di cui quello prospiciente l’abside fornisce diretto accesso alla sacrestia.
La chiesa richiama direttamente le forme architettoniche della chiesa berniniana di S. Maria di Montesanto a Roma, dove lo spazio della pianta centrale ellittica è dilatato dalle quattro cappelle radiali incorniciate da semicolonne ioniche decorate e dal presbiterio absidato.
Di notevole pregio artistico è la cupola lunettata, ritmata da finestrature stuccate e alla cui sommità il lanternino, realizzato nel 1732, richiama la sua assialità verticale.
Tra gli apparati decorativi, nel primo altare a destra la Natività della Vergine attribuita a Girolamo Donnini, nel secondo altare a destra spicca la pala di Marco Benefial (1684-1764) con la Madonna col Bambino e i SS. Giuseppe e Antonio, datata 1755, nel secondo altare a sinistra del 1737 è la Crocifissione del marchigiano Francesco Mancini (1679-1758), artista che eseguì anche la pala dell’altare Maggiore con la Madonna col Bambino e S. Filippo in gloria, mentre nel primo altare a sinistra è la tela con la Madonna e S. Gaetano da Thiene che adora il Bambino, di Ludovico Trasi del 1634, proveniente dalla precedente chiesa.
L'altare maggiore in marmo venne realizzato dal trevigiano G. Bonessi tra il 1764 e il 1770.
Pregevoli opere d’intaglio del maceratese Silvestro Fioravanti sono gli armadi collocati nel vano d’ingresso alla sacrestia e i confessionali disposti simmetricamente nel vano centrale ellittico.
Dove
Via Santa Maria Della Porta n. 2
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